Cibo e bugie , quanto mangi ci può dire quanto sei bugiardo

Le bugie – si sa – “hanno le gambe corte”. Ma se sei avvezzo a dirle la causa potrebbe annidare – almeno in parte- le sue radici nella tua alimentazione. Uno studio infatti dimostra che potrebbero dipendere da quanto mangiamo e da eccessivi kg di troppo.

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I bugiardi di solito mangiano troppo

Quante volte, stanchi di sentire parlare forbito e in maniera troppo complicata, sia in TV che nella vita quotidiana, tendiamo a dire sbuffando: “Parla come mangi!”. Ecco- in realtà -questa frase, piuttosto colorita e popolare, che ci siamo sentiti ripetere chissà quante volte dalle nostre nonne,  ha un fondo di verità, attestata anche scientificamente.

Pare infatti che se sei avvezzo a dire bugie, è perché -forse- eccedi nella consumazione di cibo, soprattutto ipocalorico e ricco di grassi. Non per nulla uno studio piuttosto recente ha dimostrato ampiamente che vi è un effettivo legame tra la menzogna e il cibo.

In particolare non è l’alimento in sé che induce a dire il falso, anche con una frequenza davvero ragguardevole e sconcertante, ma una presenza eccessiva di glucosio del sangue. Pertanto, è facile intuire, anche se non siamo medici o studiosi, che le persone in sovrappeso, sono più avvezze a dire bugie.

Tuttavia, bisogna già sottolineare, per onore del vero, che i risultati ottenuti da questo studio, attestano che solo in parte ciò è determinato da una cattiva ed eccessiva alimentazione.

Vediamo insieme meglio e nel dettaglio che cosa ha scoperto la Scienza al riguardo…

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Uno studio basato su 150 soggetti sperimentali: ecco i risultati

Uno studio, a cui ha partecipato l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale Delle Ricerche, condotto da Joint Research Center della Commissione Europea e il Gate – Lab del CNR francese, attesta che vi è un forte e reale legame tra l’attivazione del metabolismo, assolutamente vitale per stare bene e in forma, sulla propensione a dire bugie, soprattutto con una certa frequenza e con grande facilità.

In particolare i ricercatori hanno collaborato con 150 soggetti sperimentali e hanno dimostrato, dati alla mano, che la propensione a dire menzogne dipenderebbe proprio, almeno in parte e non in assoluto, dai livelli di glucosio presenti nel sangue.

Inoltre pare  che potrebbe esserci una puntuale connessione con l’obesità, che oggi riguarda milioni e milioni di persona in tutto il mondo, sia uomini che donne di ogni età, quindi non solo tra i giovanissimi.

Da sottolineare è poi che i  soggetti con indice di massa corporea sotto 25 e soprattutto di sesso femminile, hanno messo in chiara luce di essere ben più onesti dopo che hanno degustato la loro colazione, ovvero il pasto più importante di tutta quanta la giornata e il primo che affrontiamo appena svegli, dopo il digiuno notturno.

Ma andiamo più nello specifico degli esperimenti: i partecipanti hanno ricevuto tutti un bicchiere coperto contenente un dado a tre facce colorate. A seconda del colore riportato, dopo il lancio del dado, avrebbero ricevuto ricompensa differente: tre euro se fosse uscito il rosso, 1 per il giallo e infine nulla se fosse uscito il blu. Metà esatta dei 150 soggetti ha tentato la sorte prima di mangiare una colazione in laboratorio, mentre l’altra immediatamente dopo averla effettuata.

Ora, al di là di questa perfetta suddivisione, bisogna sottolineare che il risultato del dado, o meglio della faccia colorata che sarebbe risultata dopo il lancio, era visibile solamente al partecipante, che pertanto poteva dire una bugia al riguardo, visto che a a seconda della faccia colorata risultante avrebbe guadagnato o meno qualche soldino.

Ma poiché ogni colore ha 1/3 di probabilità di uscire, scostamenti da questa percentuale suggeriscono disonestà a livello, non soggettivo, bensì di gruppo.

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Parla la ricercatrice Eugenia Polizzi, autrice dello studio

A tal proposito un ricercatrice CNR-ISTC, nonché prima autrice dello studio, Eugenia Polizzi ha rivelato: “Se brevi cambiamenti nello status energetico incidessero sulla propensione a mentire, ci aspetteremo che i soggetti a digiuno mentano più di quelli sazi, indipendentemente dalla situazione energetica globale. Tuttavia,  i risultati forniscono solo un supporto parziale a questa previsione. Infatti, solamente i soggetti con indice di massa corporea sotto 25 e soprattutto donne, hanno dimostrato di essere più onesti dopo aver fatto colazione. Al contrario, si stima che quando la bugia serviva ad evitare di riportare il colore blu, associato a 0 ricompensa, più dell’80% di soggetti obesi abbia mentito, indipendentemente dalla colazione. Questo dato ci dice che la condizione di obesità potrebbe essere associata a potenziali perdite.”

Inoltre si è notato come l’obesità derivi da una complessa interazione tra aspetti che riguardano il comportamento neuronali e metabolici associati. Tuttavia non in maniera necessariamente causale e uno sbilanciamento dei meccanismi che regolano la cosiddetta omeostasi energetica, che altro non è che l’equilibrio tra l’energia introdotta e  quella realmente e puntualmente utilizzata da ogni individuo.

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“E’ dunque difficile spiegare l’influenza del metabolismo sul rispetto delle norme morali, soltanto attraverso una prospettiva energetica. La speranza è che studi come questo possano però contribuire ad aumentare l’interesse verso questa tematica interdisciplinare, migliorando la nostra comprensione dei meccanismi psicologici, economici e biologici che governano le scelte morali!”, ha aggiunto la Polizzi.

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