Morto tra le fiamme a 22 anni Simone, giovane talento della lotta

Simone Petri è morto per via di un violento incidente con la sua moto, sulla Fi-Pi-Li. I testimoni hanno visto il mezzo volare via ad alta velocità, prima di prendere fuoco in maniera improvvisa.

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Un brutto e improvviso volo con la moto, poi le fiamme che non hanno lasciato scampo. E così se ne va ad appena 22 anni un giovane ragazzo con la grande passione per la Mma, uno degli sport di combattimento più in voga del momento. Simone Petri è morto nella mattina di ieri sulla Fi-Pi-Li. Una strada che come di consueto vedeva transitare diversi mezzi, tra i trasportatori e i pendolari che ogni giorno si spostano tra le tre città collegate da questa strada, ovvero Firenze, Pisa e Livorno. Per lui, il viaggio in moto verso il capoluogo della Toscana stavolta è stato fatale.

Simone è stato sbalzato dalla sua moto mentre percorreva un tratto dalle parti di Livorno. Poi all’improvviso il mezzo a due ruote è quasi esploso. Le fiamme non hanno lasciato scampo al 22enne, che è morto praticamente sul colpo per via del fuoco che si è propagato. E tra le persone che hanno provato a fare qualcosa per salvarlo c’è Simone Nieri. L’uomo, di 28 anni, ha fermato la sua macchina ed è sceso dopo aver visto la situazione critica che si stava creando. Tuttavia, il suo intervento e quello di altre persone non è servito a evitare la tragedia per un ragazzo di appena 22 anni.

E Nieri ha raccontato, ai colleghi del Tirreno, i minuti in cui tutto è tragicamente avvenuto. “Ho visto il ragazzo, ho detto alle altre persone che erano lì con me che volevo spostarlo, allontanarlo dalla moto in fiamme. Era pericoloso. Lui era a due metri di distanza. Ancora più lontano c’era il casco. Ci siamo fermati tutti, i primi ad andargli vicino sono stati alcuni camionisti. Non si muoveva”. L’uomo di 28 anni si è precipitato sul punto in cui la moto e Simone si trovavano, con lui inerme. Nessuno poteva sapere che il lottatore 22enne era già morto.

Il luogo del tragico incidente – meteoweek.com

“La gente che era più vicina di me al punto dell’incidente mi ha risposto con uno sguardo – prosegue Nieri – . Ho capito tutto. Poi qualcuno mi ha detto che non c’erano rischi. Il ragazzo a terra era morto. Non rispondeva, non apriva gli occhi. Non c’era più”. La dinamica dell’incidente appare chiara qualche ora dopo la scoperta che Simone Petri fosse morto. Il ragazzo stava sorpassando un furgone a bordo della sua Yamaha R1. Tuttavia, il mezzo pesante ha iniziato a propria volta la manovra di sorpasso. Simone non è riuscito a frenare in tempo, con lo scontro che è stato inevitabile.

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La testimonianza di Simone Nieri prosegue con l’arrivo dei soccorritori. Anche se, di fatto, questi ultimi non hanno potuto fare altro che coprire il corpo senza vita e trasportarlo presso l’obitorio più vicino. “Tra le persone che sono scese per prime dall’auto ce ne erano alcune che avevano visto tutto in diretta. Sono state proprio loro a dire che non c’era niente da fare. Probabilmente vedendo lo scontro, si sono subito rese conto che il ragazzo è morto sul colpo. Appena sono arrivati, i volontari delle ambulanze hanno steso un telo sopra il corpo del ragazzo. Quella scena per me è stata la conferma di ciò che temevo”.

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