Come limitare il contagio a scuola: lo studio dell’Università di Cassino

Un gruppo di lavoro ha avviato uno studio per trovare i metodi giusti per ridurre al minimo il rischio di contagio. Tra gli strumenti tenuti in considerazione, ci sono anche microfoni e sistemi di ventilazione meccanica.

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Come ridurre il contagio a scuola – meteoweek.com

Tra poco più di due settimane, i banchi delle scuole italiane torneranno a riempirsi. Ovviamente nel pieno rispetto delle norme anti-covid e delle regole imposte dal ministero dell’istruzione per garantire lo svolgimento in piena sicurezza dell’anno scolastico. Tuttavia, non mancano i tentativi fatti da alcuni team di studiosi, per trovare delle alternative ancor più “smart” per far procedere senza intoppi la riapertura delle scuole. Anche perchè l’obiettivo resta sempre lo stesso, ovvero ridurre al minimo il rischio di contagio tra ragazzi e personale.

Per questo motivo, arriva direttamente da Cassino uno studio rivoluzionario per scoprire nuove modalità di lavoro a scuola. Un gruppo di ricercatori dell’università del comune del Frusinate ha messo a punto un vero e proprio tool. Questo servirà per calcolare il rischio di contagio all’interno della scuola, in particolare attraverso la trasmissione del virus in forma aerea. Il team è guidato dal professor Giorgio Buonanno, al termine di una fitta collaborazione con la Queensland University of Technology di Brisbane e la New York City. E alla fine, lo studio ha portato alcuni risultati importanti.

La stima che si è raggiunta è quella che consente di calcolare il rischio di contagio all’interno di ambienti chiusi. E in questo senso la scuola non può rappresentare di certo un’eccezione. “Le scuole insieme ai mezzi di trasporto pubblico rappresentano sicuramente delle occasioni di contagio – dichiara Buonanno – . La brutta notizia è che le aule scolastiche rappresentano una criticità a causa della ridotta ventilazione, della ridotta volumetria e degli elevati tempi di esposizione: in classe si resta per molte ore“.

Ma c’è anche spazio per una buona notizia secondo Buonanno, che è docente di Fisica Tecnica Ambientale a Cassino. “Abbiamo la possibilità di stimare il rischio contagio anche nelle aule scolastiche e, di conseguenza, intervenire per mantenere indici di contagio accettabili“. Da qui è partita l’esposizione dello studio condotto dai ricercatori dell’università laziale, insieme alle due accademie straniere. L’esempio riguarda una classe di metri 6 x 7 x 3.5 m³. Al suo interno trovano posto venti ragazzi, per un tempo di esposizione di circa due ore.

Il professor Giorgio Buonanno – meteoweek.com

Solitamente, nelle scuole italiane è necessario un tempo ben più lungo – circa 5 ore – per ricambiare completamente l’aria. Attraverso la ventilazione naturale, i momenti in cui il rischio di contagio più alto sono rappresentati da un docente infetto che parla ad alta voce. Per capirci, il rischio di contagio in caso di studente infetto che respira con la ventilazione naturale è oltre 30 volte più basso. Leggermente più rischiosi sono altri tre scenari: l’insegnante infetto che parla a bassa voce con microfono; lo stesso scenario ma con l’apertura periodica di finestre; lo stesso scenario con purificatori d’aria per un ricambio d’aria più frequente.

Ecco allora che diventa fondamentale il ricambio dell’aria, e anche con una certa frequenza. Buonanno lo spiega così: “Il primo passo è intervenire nella limitazione della emissione di una sorgente, tenendo conto del numero non trascurabile di asintomatici che involontariamente possono contribuire al contagio senza essere “bloccati” all’ingresso con la misurazione della temperatura o l’obbligo di non presentarsi in classe, dal momento che stanno bene“. Ma ci sono altri mezzi che possono consentire di ridurre l’eventuale entrata in circolo di aria infetta.

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Magari dotando gli insegnanti di un microfono – dice Buonanno – : non essendo costretti a parlare ad alta voce emettono meno particelle e il rischio di contagio stimato calerebbe dall’8% all’1,3% e l’indice di contagio R0 diventerebbe 0,26, molto al di sotto del livello di guardia di 1″. Il docente sembra favorevole all’uso della mascherina, con la quale “possiamo calcolare una riduzione del rischio del 20-30%”. In chiusura, Buonanno non le manda a dire sul ritardo nel ridurre il contagio per via aerea, legato “forse per pigrizia scientifica a vecchie logiche ottocentesche“.

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