Covid-19, test rapidi e casi di falsi negativi: strumenti inaffidabili?

Non si fermano i casi di coronavirus nel mondo: ma quanto sono affidabili i test rapidi per il Covid-19? Lo spiega la dottoressa americana Gigi Gronvall, del Johns Hopkins Center for Health Security. 

covid test rapidi
foto di repertorio

Le tipologie di test messe a disposizione dei laboratori per verificare l’eventualità di contagio da Covid-19 sono al momento due: una più rapida, che ricerca l’antigene del virus, e quella più lunga, che ricerca invece il genoma dello stesso. Se ad inzio pandemia i test effettuati sulla popolazione erano per lo più quelli relativi al genoma, al momento – dato sopratutto il livello di diffusione del virus – si prediligono i test rapidi, che ricercano per l’appunto l’antigene.

Sono gli stessi tamponi che, sviluppati negli ultimi mesi, vengono somministrati nei drive-in, o nei centri di depistaggio degli aeroporti. La loro relativa comodità, che permette agli operatori sanitari di avere tra le mani il risultato nel giro di anche solo mezz’ora (rispetto alle ore e ore di attesa del suo “collega”), sembra compremettere, purtroppo, la loro affidabilità.

A parlare di questo aspetto è stata la dottoressa Gigi Gronvall, del Johns Hopkins Center for Health Security. E se gli esperti della Salute Pubblica americana frenano sull’uso dei tamponi rapidi come strumento di lotta alla pandemia, Gronvall ha infatti sottolineato che “nessun test è perfetto” – spiegano da Bakersfield.

Test rapidi e falsi negativi, sbagliato affidarsi solo ai tamponi

Secondo quanto spiegato dall’esperta Gronvall, la probabilità che i test rapidi diano un risultato di falso negativo è più alta nelle fasi iniziali dell’infezione. “Il test avrà una certa percentuale di falsi negativi, indipendentemente da dove viene realizzato. Ma c’è anche la possibilità di ottenere falsi positivi”, evidenzia infatti la dottoressa.

Per questo, risulta fondamentale implementare tali strumenti con un piano specifico e mirato. “Senza un piano, senza una strategia, ulteriori test non ci faranno uscire da questa pandemia. Chiunque pensasse che il test rappresenti la via d’uscita, deve solo guardare ai casi verificatisi alla Casa Bianca: se ci si affida soltanto ai test, si va incontro al fallimento“.

Gigi Gronvall, del Johns Hopkins Center for Health Security. 
la dottoressa Gigi Gronvall, del Johns Hopkins Center for Health Security – foto di archivio

Indossare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, evitare gli assembramenti, lavarsi frequentemente le mani e garantire adeguata ventilazione in tutti edifici, sono misure importantissime che devono essere mantenute, “anche se ogni persona nel Paese viene testata ogni giorno” – ha spiegato la dottoressa.


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I vantaggi dei test rapidi

Come viene sottolineato da Bakerfsfiled, i test rapidi tendono in realtà ad essere efficaci dal 97% al 98% nell’identificazione delle proteine ​​associate al virus. Chiaramente, gli studi clinici sono stati condotti per lo più su persone che mostravano i sintomi della malattia da Covid-19. Se somministrati a persone asintomatiche, l’accuratezza di questa tipologia di test può risultare inferiore, e quindi offrire responsi non veriteri – anche se una seconda effettuazione, magari a qualche giorno di distanza, può offire un risultato più accurato.

Sempre tenendo bene a mente che non è possibile puntare esclusivamente sui tamponi per tenere a freno la pandemia di Covid-19, Gronwall ha comunque sottolineato l’importanza e i vantaggi della somministrazione di questi test rapidi alla popolazione. Sebbene infatti i test che ricercano il genoma siano affidabili pressoché al 100%, il fatto che richiedano 48 ore per ottenere un responso li rende certamente meno adatti in questo momento rispetto alla loro controparte più veloce.


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La velocità di diffusione del virus al momento è elevata, e per questo serve uno strumento in grado di stargli dietro. In questo senso, “la velocità è il vero grande vantaggio di questi test”, ha spiegato l’esperta, ed è importante sottolineare che si tratta anche di strumenti relativamente “economici e facili da usare“. Sebbene la loro affidabilità a volte vacilli, se inseriti in un piano strategico nazionale di contenimento della pandemia, che sia reale ed efficace, rappresentano degli strumenti utili nella lotta contro il Covid-19.

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