Rt troppo alto: restrizioni prorogate oltre al 7 gennaio?

Nonostante le due settimane di zona rossa nazionale durante le festività, la curva epidemiologica continua a salire: le riaperture del 7 non sono più scontate.

L’indice di contagio continua a salire, e le riaperture previste per il 7 gennaio – a seconda del “colore” della propria regione – rischiano di allontanarsi.  Martedì il governo, sentito l’Istituto Superiore di Sanità, potrebbe decidere di prorogare le restrizioni fino al 15 gennaio, data di scadenza del Dpcm del 3 dicembre. Insomma, non è per nulla detto che da giovedì 7 si possa ricominciare a svolgere tutta una serie di attività che in tanti speravano di riprendere. Almeno non in tutte le regioni.

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Perchè naturalmente la situazione non è omogenea sul territorio nazionale: tutto dipende dall’indice di contagio Rt, che come ormai sappiamo fin troppo bene indica la velocità di trasmissione del virus. Le regioni che hanno un indice superiore ad 1,25 potrebbero passare in fascia arancione, quelle che superano l’1,50 restare in fascia rossa. E, visto che l’Rt non tenda a diminuire, non è una soluzione così lontana dalla realtà. Come potrebbe essere possibile anche una proroga, a prescindere dal “colore” della regione, delle chiusure di bar e ristoranti anche a pranzo, con la sola possibilità dell’asporto o della consegna a domicilio.

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Ma per quale motivo la curva del contagio non cala? «I dati di questi giorni — spiega il segretario del Comitato tecnico-scientifico, Fabio Ciciliano — risentono di quanto accaduto dal 15 dicembre in poi, con gli affollamenti per lo shopping natalizio. È evidente che già con il prossimo bollettino, quindi l’8 gennaio, dovremo analizzare la situazione e validare eventuali cambi di fascia con regioni che possono entrare in arancione o addirittura in rosso. Ma non è scontato che questo possa essere sufficiente per tenere sotto controllo l’andamento dei contagi».

Una prospettiva terrificante, sopratutto per le attività commerciali ed in particolare bar e ristoranti, che già si sono visti strappare uno dei periodi di maggiore attività dell’anno, le feste natalizie. La Fipe, Federazione Pubblici Esercizi, ha già minacciato battaglia: per tanti commercianti il prezzo pagato è stato troppo alto, non è possibile immaginare altre limitazioni. D’altra parte, la curva del contagio va abbattuta: il rischio è sempre quello di far aumentare in maniera ingestibile la pressione sugli ospedali. Il monitoraggio relativo alla finestra tra il 21 ed il 27 dicembre restituiva questi dati:

Abruzzo:0,65
Basilicata: 1.09
Calabria: 1.09
Campania:0.78
Emilia Romagna: 0.98
Friuli Venezia Giulia:0.96
Lazio:0.84
Liguria:1.07
Lombardia:1
Marche:0.99
Molise:0.89
Piemonte:0.71
PA Bolzano:0.76
PA Trento:0.71
Puglia:1
Sardegna:0.78
Sicilia:0.93
Toscana:0.79
Umbria 0.8
Valle d’Aosta:0.83
Veneto:1.07.

Laddove i valori sono superiori, uguali ed inferiori di poco ad uno, la situazione è a rischio. E quindi Basilicata, Calabria, Liguria  e Veneto (dove è superiore), Puglia e Lombardia (uguale), Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche (di pochissimo inferiore) sono sorvegliate speciali.

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