Omicidio Roberta Siragusa, rinviata udienza di convalida fermo di Morreale

L’udienza di convalida del fermo di Pietro Morreale, già in carcere con l’accusa di aver ucciso la fidanzata, Roberta Siragusa di soli 17 anni, è stata rimandata a domani. Lo stesso è accusato di aver tentato di bruciare il cadavere della ragazza che è stato ritrovato in un burrone domenica 24 gennaio.  Il gip dovrà decidere se confermare il provvedimento e pronunciarsi sulla richiesta di custodia cautelare in carcere che la procura di Termini Imerese, che si sta occupando dell’indagine, avanzerà.

Rimandata l’autopsia

Slitta anche l’autopsia sul corpo della 17enne, fissata per oggi. La difesa di Pietro Morreale ha chiesto, infatti, al gip di Termini Imerese che l’esame venga fatto nelle forme di incidente probatorio. E’ stato chiesto, inoltre, che l’esame autoptico sia eseguito con un perito indicato dal gip e non il pm attraverso il suo consulente.

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«Personalità incline al delitto»

I pm di Terimini Imerese definiscono il 19enne come una «personalità incline al delitto» e incapace di comprendere la gravità di quello che è successo. Allo stesso tempo viene messo in dubbio quanto detto dai genitori che continuano a confermare il racconto del figlio. Racconto che, però, è ricco di contraddizioni.

Sono le 8 di mattina di domenica quando Pietro Morreale manda un messaggio ad un suo amico per chiedergli se sapesse dov’era la sua ragazza. Secondo i pm, Pietro ha cercato così di crearsi un alibi. Tutto questo è successo un’ora prima di andare con il padre dai Carabinieri e condurre i militari sul posto in cui è stato ritrovato il corpo di Roberta. La sua versione, però, risulta essere poco credibile.

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Domenica mattina, dopo aver accompagnato i militari, ha raccontato di essere andato ad una festa con Roberta. I due si sarebbero appartati in auto e, dopo un litigio, la ragazza sarebbe scesa dalla macchina e avrebbe tentato di darsi fuoco con una bottiglia di benzina che lui aveva nell’auto. Pietro avrebbe cercato di aiutarla e, spaventato, è fuggito. Tornato a casa avrebbe raccontato tutto ai genitori. I genitori confermano tutto, ma i magistrati non credono a questa versione considerate anche le testimonianze. Un video, infatti, riprende la sua auto fare più volte su e giù dal luogo in cui è stato trovato il corpo della 17enne tra le 2.30 e le 3.38 di sabato notte. Risulta, inoltre, una chiamata effettuata alle 2 di notte all’amico al quale aveva inviato il messaggio per chiedere dove fosse Roberta. Amico che giura che Pietro era solo in macchina.

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«Sapevo sarebbe successo qualcosa di brutto»

Pietro è stato descritto da molti come un fidanzato aggressivo. Un amico di Roberta racconta di averla «esortata a chiudere la relazione perché sapevo sarebbe successo qualcosa di brutto. Lei, però, rispondeva che aveva paura che facesse del male a lei o alla sua famiglia». Il testimone che aveva avuto una relazione con la giovane ragazza di Caccamo è stato ascoltato dai carabinieri. Era presente anche lui, quella sera, alla festa con Roberta e Pietro. Dopo essere andata via, la ragazza gli invia due messaggi: in uno diceva che Morreale voleva un rapporto sessuale, nell’altro lo avvertiva che sarebbe tornata alla festa. Sono le 2:30 quando l’amico, non vedendola tornare, preoccupato, le scrive su Whatsapp. «Avevo un brutto presentimento – dice – le ho scritto di chiamarmi se avesse avuto bisogno. Non ho dormito tutta la notte.

 

 

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