Da Ricciardi ad Arcuri, perché la politica vuole fuori i membri del Cts

Dopo la questione della chiusura degli impianti sciistici, la politica e la Lega in primis chiede un cambio dei tecnici del Cts.

Ricciardi, Arcuri e i membri del Comitato tecnico scientifico: gli occhi sono puntati su di loro e la politica chiede, metaforicamente, la loro testa. Il nome del primo è tornato sulle prime pagine per via della polemica sulla questione delle piste da scii, polemica che si è aperta dopo la decisione del Ministro della Salute Roberto Speranza di bloccare la riapertura degli impianti, su consiglio proprio di Walter Ricciardi e dopo aver ascoltato le opinioni degli esperti. Quanto al secondo, Domenico Arcuri è stato nominato commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus durante il governo Conte; ma ora, con Mario Draghi, il suo posto potrebbe presto essere rivisto. Le polemiche seguite allo stop allo sci amatoriale hanno suscitato diversi malumori nel mondo della politica e viceversa nel Cts.

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E’ a loro, infatti, che si attribuiscono le responsabilità per quanto accaduto. In realtà, si difendono i membri del Comitato, gli esperti avrebbero solo valutato lo status quo delle cose. “Il Cts è infatti un organo tecnico e non può avere né responsabilità né colpe”, dicono i suoi esponenti chiarendo all’Agi che il parere sull’apertura degli impianti sciistici è stato chiesto loro giovedì scorso. Così, venerdì è arrivato il documento in cui si consigliava “un approccio generale di estrema cautela, rilevando che, allo stato attuale, non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale, rimandando al decisore politico la valutazione relativa all’adozione di eventuali misure più rigorose”. Quella era chiaramente un’indicazione, indicazione a cui Roberto Speranza ha fatto seguito con un’azione, accompagnato dal via libera di Mario Draghi.

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Ma la Lega non sente ragioni…

In particolare, a puntare il dito contro gli esperti del Comitato è stata la Lega che avrebbe richiesto con urgenza un cambio di passo. “Arcuri, fra le altre cose, sul tavolo ha il dossier dell’Ilva. Non mi sembra che stia risolvendo molte delle questioni aperte, dai vaccini alla scuola. Penso che avrà bisogno di una mano”, ha riferito Matteo Salvini alla stampa. E non è andata meglio a Walter Ricciardi, definito ironicamente in questi giorni il “professor lockdown”, dal momento che la frase viene ripetuta con insistenza ogni qual volta l’esperto appare sugli schermi.

“L’Italia è piena di bravi medici che non sentono la necessità di parlare tutti i giorni in tv e terrorizzare le persone. Ne parleremo con il presidente Draghi che avrà piena libertà di scelta. Noi non chiediamo niente ma un cambio di passo sì”, ha proseguito Salvini. E il giorno dopo è arrivata anche la replica di Walter Ricciardi che a Rainews24 si è nuovamente difeso: “Se posso essere utile con i miei consigli, lo faccio a livello internazionale e anche in Italia, altrimenti mi faccio da parte”, ha detto l’esperto. La questione relativa alle piste da scii deriva tra l’altro dall’allarme varianti: secondo un’indagine dell’Iss, quasi un caso su 5 in Italia è relativo alla variante inglese. Il Comitato, insomma, sottolinea la sua correttezza, ribadendo che è la politica che decide. La scienza, consiglia.

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