Quel razzismo ignorante e fascista che fa tanto male anche al centrodestra

Liliana Segre, vaccinata tra gli over 80 al Fatebenefratelli Oftalmico di Milano, è stata oggetto di insulti e odio da parte di diversi utenti Facebook. Una tendenza, quella di insultare e minacciare Liliana Segre, che va avanti ormai da tempo, tanto che la senatrice a vita è stata messa sotto scorta. Una tendenza nella quale un mese fa è caduto anche il leader della Lega Matteo Salvini (seppur con toni diversi), e che è spesso legata a posizioni razziste e fasciste.

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

La senatrice a vita Liliana Segre giovedì si è vaccinata a Milano, accolta da Attilio Fontana e Letizia Moratti. Ad accoglierla, però, oltre a tutti gli onori previsti dalla situazione, anche una sequela di insulti che sui social hanno riversato odio razzista e volgarità nei confronti della donna sopravvissuta al lager nazista di Auschwitz. “Aveva paura di morire la str… Non sono riusciti neanche i tedeschi ad ammazzarla…e ora ha paura di morire?” scrive qualcuno; “e ora speriamo che il vaccino faccia il suo dovere…e la levi dalle p…”, ribadisce qualcun altro. La vaccinazione di Liliana Segre ha avuto una particolare eco mediatica proprio perché la senatrice a vita ha lanciato un video-appello in cui invita tutti gli over 80 a prenotarsi per la vaccinazione. A quel punto, la sfilza di commenti antisemiti. E non è la prima volta che Segre viene sottoposta a questo tipo di trattamento. Già nel novembre 2019 aveva ricevuto una serie di minacce via web, che l’avrebbero portata poi a vivere sotto scorta. Ma in questo caso, si è trattato di razzismo? Sì, e lo dimostra l’apertura di un’indagine con l’ipotesi di reato di minacce aggravate dalla discriminazione e dall’odio razziale per identificare gli autori delle minacce e degli insulti. Un’odio razziale a cui non è difficile, in alcuni casi, attribuire anche l’attributo di “fascista”, vista la storia della senatrice a vita. Immediatamente è arrivata la reazione da parte di diversi esponenti politici, tutti schierati in difesa della Segre.

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Il deputato M5s Stefano Buffagni su Facebook ha scritto: “Non voglio commentare l’odio di questi piccoli uomini e donne, di questi mentecatti. Voglio solo esprimere tutta la solidarietà alla Senatrice Segre per gli attacchi ignobili ricevuti. Cara Senatrice Segre, Lei è una donna con un coraggio fuori dal comune, ha vissuto il vero orrore e sono certo che nei confronti di questa gentaglia potrà provare solo commiserazione“. Su Twitter Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie: “È intollerabile l’odio, anche a sfondo antisemita, che si sta scatenando dopo la notizia della vaccinazione della senatrice a vita Liliana Segre. L’ignoranza e il fanatismo vanno condannati con determinazione, i violenti denunciati e isolati. Esprimo sincera solidarietà e vicinanza”. Infine il segretario Pd Nicola Zingaretti ha ribadito su la piena solidarietà: “Solidarietà ad una donna splendida che in un momento così delicato per il proprio Paese, riesce a essere un esempio positivo. Grazie Liliana Segre, siamo tutti con lei“.

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Eppure, qualche volta è proprio dalla politica che sono arrivati insulti più o meno velati nei confronti di Liliana Segre. L’ultima occasione ce l’ha offerta proprio il leader della Lega Matteo Salvini, quando un mese fa, in occasione della votazione di fiducia al Conte II, ha commentato la presenza della senatrice a vita in maniera poco elegante, per utilizzare un eufemismo. Liliana Segre, nonostante le difficoltà, era riuscita a presentarsi in Senato per votare la fiducia al governo Conte, e Salvini aveva commentato la sua presenza riesumando una vecchia frase di Beppe Grillo: i senatori a vita “non muoiono mai o almeno un po’ troppo tardi“. Certo, le situazioni sono diverse: Salvini in quell’occasione non ha pronunciato un commento razzista. Fatto sta che anche lui in qualche modo si è unito al coro di chi augura la morte a Liliana Segre, seppur riferendosi al suo essere senatrice. Parole ostili che recuperano i toni tenuti dal leader della Lega nel 2019, quando Salvini commentò l’attribuzione della scorta a Liliana Segre: “Le minacce a Liliana Segre? Come quelle che ricevo io ogni giorno sono gravissime. Sono solidale con la senatrice a vita, ma è assurdo che ci siano minacce di morte di serie A e di serie B“. Le parole di Salvini sollevarono numerose polemiche, il leader della Lega fu accusato di aver minimizzato le minacce. Questo gli diede l’occasione di specificare e rilanciare: “Non ho minimizzato. Io ho appena ricevuto un altro proiettile, non piango.

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Commenti (in questo caso) non rivolti direttamente contro Segre, ma che di certo ammiccano a un certo retroterra culturale. Lo stesso retroterra culturale che giovedì è tornato ad augurare la morte alla senatrice a vita. Siamo sicuri che queste strizzate d’occhio alla violenza, verbale e non verbale, abbiano fatto bene al centrodestra? Oggi una parte di questo centrodestra richiede a gran voce moderazione. L’altra metà, si ritrova con molta rabbia in più, di difficile collocazione politica (i voltafaccia sono dietro l’angolo, come dimostra la recente svolta europeista della Lega). E in genere, siamo sicuri che ammiccare a un certo elettorato (anche senza crederci veramente) possa giovare in qualche modo alla creazione di un pensiero politico utile e costruttivo? Il rischio è, nel peggiore dei casi, quello di perdere il controllo della situazione. Nel migliore dei casi è di costruire una campagna politica sull’odio. E le democrazie di certo non si alimentano ad odio razziale.

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