Burger King nella bufera dopo la pubblicità sessista dell’8 marzo

“Le donne stanno in cucina” era lo slogan per la festa della donna di Burger King che in realtà voleva promuovere borse di studio al femminile

Burger King
Il colosso Burger King al centro di polemiche per una pubblicità (Getty Images)

Voleva essere una pubblicità ironica, simile a quelle che negli ultimi mesi, negli Stati Uniti, vanno per la maggiore sulla base degli studi di marketing che riguardano i grandi marchi global. Ma rischia di essere un boomerang compromettente per il colosso Burger King.

Burger King e la pubblicità scomoda

Come in tutte le giornate speciali che nel corso del calendario scandiscono la vita sociale americana, in modo particolare online, anche l’8 marzo, così come Helloween, la giornata del Super Bowl o quella del 4 luglio, viene accompagnata da campagne pubblicitarie ad hoc che vengono organizzate su un tema ben preciso. Nel caso dell’8 marzo, ovviamente, al centro dell’attenzione c’è la donna.

Tuttavia il claim della campagna Burger King non è piaciuta né alle donne del movimento femminista americano né a molte lavoratrici della catena di fast food e ristoranti, molto diffusa anche nel nostro paese.

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“Le donne stanno in cucina”

“Le donne stanno in cucina”: diceva lo slogan comparso su un tweet dell’account britannico della compagnia. L’intenzione era quella di lanciare una campagna di borse di studio riservato a donne chef e finanziate dalla fondazione della catena di fast-food. In piccolo un secondo slogan: “se vogliono, ovviamente…”

Voleva essere un gioco di parole ironico ma la cosa è diventata di clamore mondiale mediatico anche perché la campagna promozionale è comparsa persino sul New York Times.

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Burger King
Un punto vendita Burger King (Getty Images)

Le proteste

Secondo Susan Dobscha, professoressa di marketing alla Bentley University, non è la prima volta che Burger King è costretto a scusarsi per una campagna promozionale un po’ forzata. Accadde anche nel 2018: “In marketing e pubblicità tutto è concesso – dice la docente – si può ancora usare l’umorismo, ma fare leva su una chiave di lettura misogina per stupire e incuriosire chi legge è sbagliato. Sicuramente non è questo il miglior momento culturale per farlo”.

Per altro, all’insegna del ‘bene o male purché se ne parli’… Il tweet di Burger King ha scatenato decine di migliaia di commenti molto risentiti. Non solo da parte di donne.

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