Franco Battiato: tra musicista e medico dell’anima | La fine di un’epoca

La musica di Franco Battiato rimarrà per sempre nei cuori dei fan di oggi e delle prossime generazioni. Una musica che si è fatta conoscere pian piano, che racconta la creatività dell’artista, il suo lato di sperimentatore e quello filosofico. Un cantastorie di culture lontane e mediterranee. 

 L’essere speciale nato a Jonia

Ci ha lasciati stamattina uno dei cantautori più influenti della storia della musica italiana. Franco Battiato si è spento all’età di 76 anni. Abbiamo perso così i suoi brani del futuro, ma abbiamo quelli che in oltre 50 anni di carriera ci ha lasciato: tesori per le orecchie e per il cuore.

La storia di Franco Battiato inizia con la sua nascita a Jonia in Sicilia. Figlio della Seconda Guerra Mondiale, del calore di quella terra e del mare che la circonda (a volte calmo e a volte tempestoso), anche il suo comune di nascita ha un qualcosa di “magico“. Jonia infatti oggi non esiste più, essendo stato soppresso il 25 ottobre 1945, 7 mesi dopo la nascita del cantautore. Franco Battiato era sicuramente un “essere speciale.”

I successi di Franco Battiato

Una delle canzoni che hanno lasciato il segno di Franco Battiato è sicuramente la “Cura”, il suo capolavoro. E’ un canto pieno di amore, un’ inno all’amore, nel suo valore più alto, una dimostrazione forte verso un “tu” indefinito e verso un “io” nella forma del corpo. Ai pendici dell’Etna, il vulcanico Francesco (chiamato Franco dietro suggerimento di Giorgio Gaber per non confondersi con Guccini) si è spento per sempre.

Franco Battiato si è contraddistinto per la sua moltitudine di stili diversi: la fase iniziale pop degli anni 60, poi la produzione d’autore, con testi sempre più ricchi d’ispirazione filosofica ed esoterica. Ricordiamo “L’era del cinghiale bianco’” del 1979 che contiene anche la sua più celebre canzone dialettale, “Stranizza d’amuri”.

Poi seguirà “Patriots” e l’album apprezzato dal grande pubblico “La voce del padrone” del 1981, che schizza in cima alle classifiche con brani come “Centro di gravità permanente”,Bandiera Bianca”, “Cuccurucucù”, “Summer on a solitary beach”.

I successi di Battiato da quel momento in poi vanno avanti con estrema normalità. Il giovane cantante, proveniente dal profondo Sud, alto e magro, con una montagna di capelli e dall’accento siciliano” diventa in breve tempo, qualcosa di davvero sorprendente, fuori dall’ordinario. Attira l’attenzione delle orecchie più curiose.

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La denuncia politica con Povera Patria

Altri suoi brani di successo sono “Voglio vederti danzare” , successivamente ripresa anche in una versione da discoteca. Poi “La stagione dell’amore”  in “Orizzonti perduti”,I treni di Tozeur” insieme ad Alice in occasione dell’Eurofestival nell’album “Mondi lontanissimi” assieme a “No time no space”, “L’animale” e la ripresa di “Il re del mondo.”

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Come non citare anche “E ti vengo a cercare” in ‘Fisiognomica’. La canzone è volutamente ambigua: colui o colei che si ama, è divino agli occhi del suo ammiratore, dell’innamorato, della persona che lo cerca o la cerca. Nel testo c’è la ricerca dell’essenza e l’emancipazione delle passioni. Molti dei successi sono stati riproposti nel primo album ‘live’ dal titolo “Giubbe rosse” che contiene anche “Alexander Platz” composta per la voce di Milva.

Nella carriera di Battiato c’è anche una parentesi di denuncia politica: “Povera Patria”. Erano i primi anni Novanta,  i tempi di Tangentopoli: “Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore… ma non vi danno un po’ di dispiacere quei corpi in terra senza più calore?”.

Poi  in “Caffé de la Paix”, canzoni come “Lode all’inviolato” o “Atlantide” con la sperimentazione di nuove sonorità. Franco Battiato ci mancherà. E’ stato un maestro e il genio della musica italiana: un vero medico dell’anima.

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