Saman Abbas, il fidanzato segreto «riceveva minacce dal padre»

Il fidanzato segreto di Saman Abbas avrebbe ricevuto delle minacce dal padre della ragazza scomparsa. La relazione della diciottenne pakistana con un connazionale da tempo residente in Italia, di cui i genitori sembrerebbero essere stati a conoscenza, potrebbe essere stata la causa dell’omicidio. Il giovane, di cui non si conosce l’identità, sarebbe già stato ascoltato dai Carabinieri.

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Saman Abbas, 18 anni, sparita a Novellara, nel Reggiano – meteoweek.com

Il movente dell’omicidio di Saman Abbas potrebbe essere stata la relazione segreta che la giovane di origini pakistane aveva con un connazionale da tempo in Italia. Il ventunenne, di cui non si conosce ancora l’identità, è residente nella provincia di Reggio Emilia. Egli potrebbe essere un testimone chiave nell’indagine. I due si erano conosciuti sui social network mentre la ragazza si trovava nel centro protetto di Bologna e la famiglia ne sarebbe stata a conoscenza. Quest’ultima, tuttavia, non accettava il fatto che la diciottenne avesse rifiutato di contrarre un matrimonio combinato in patria con un cugino. Poco tempo prima, infatti, per questa ragione aveva denunciato i genitori. I servizi sociali avevano provveduto ad allontanarla dalla casa di residenza. La sua vita, dopo il trasferimento nella struttura di protezione, era totalmente cambiata. Il mese scorso, tuttavia, la ragazza era tornata a trovare la famiglia di origine per motivi ignoti. La notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, infine, la sparizione. O meglio, la presunta uccisione.

Gli investigatori, infatti, sono convinti che Saman Abbas sia stata uccisa e la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio. Attualmente nel registro degli indagati risultano iscritte cinque persone. Tra queste ci sono i genitori Shabbar e Nazia Shaheen, 46 e 47 anni. I due sono fuggiti in Pakistan. I sospetti sul padre nei giorni scorsi si intensificano in virtù di un video da lui pubblicato su Facebook – poco dopo eliminato – in cui si svolge un funerale senza salma. L’uomo, tuttavia, sostiene che la figlia sia viva e si trovi in Belgio. Inoltre, ha assicurato che il prossimo 10 giugno tornerà in Italia e collaborerà con i Carabinieri per rintracciare la diciottenne. La sua versione, tuttavia, non convince gli inquirenti. Irrintracciabile, invece, lo zio Danish Hasnain, 33 anni, il quale avrebbe materialmente ucciso la giovane e occultato il cadavere. Un video lo immortala la sera del 29 aprile, insieme a due cugini della vittima (uno dei quali è stato arrestato in Francia), con delle pale e un secchio tra i campi dell’azienda agricola in cui la famiglia lavorava.

La testimonianza del fidanzato segreto di Saman Abbas

Il fidanzato segreto di Saman Abbas, in base a quanto riporta il Corriere della Sera, sarebbe già stato ascoltato dai Carabinieri come persona informata sui fatti. Il ventunenne avrebbe raccontato di avere conosciuto la connazionale sui social network mentre quest’ultima si trovava nella struttura di protezione di Bologna. Inoltre, avrebbe rivelato che i genitori della diciottenne erano a conoscenza della relazione. È per questa ragione che egli stesso avrebbe ricevuto delle minacce da parte del padre. Non è chiaro se queste ultime gli siano giunte direttamente oppure tramite i racconti della ragazza, la quale ad ogni modo ne era «terrorizzata». La diciottenne stessa, in passato, gli avrebbe confidato di essere stata vittima di «minacce di morte» da parte dei genitori poiché aveva rifiutato il matrimonio combinato. Un ulteriore tassello che si aggiunge all’ipotesi di omicidio volontario.

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La diciottenne pakistana desiderava soltanto vivere una vita all’occidentale – meteoweek.com

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Le conferme del fratello

L’unico familiare di Saman Abbas attualmente ancora in Italia è il fratello sedicenne. Shabbar e Nazia Shaheen non lo hanno portato con sé nel viaggio di ritorno in Pakistan. Il giovane, poco dopo la fuga dei genitori, è stato rintracciato al confine con la Francia. Anch’egli, come i cugini, stava cercando di espatriare. Attualmente si trova in un centro di protezione. In base alle prime indiscrezioni, interrogato dagli inquirenti, sarebbe stato proprio lui a confermare l’ipotesi di un omicidio volontario. In particolare, avrebbe accusato lo zio Danish Hasnain di essere l’assassino materiale. Dall’incidente probatorio si attendono ulteriori conferme sulla versione. Non è ancora chiaro, tuttavia, dove sia stato occultato il cadavere della vittima.

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