Mafia Capitale: Alemanno racconta l’incubo che ha vissuto e che ha danneggiato Roma

Gianni Alemanno racconta il suo incubo. Accusato di associazione mafiosa, l’ex sindaco di Roma sottolinea quanto questa vicenda giudiziaria abbia danneggiato non solo lui, ma anche l’immagine di Roma stessa. Conclusa l’operazione Mondo di mezzo, Alemanno è fiducioso che il centrodestra possa ritornare a governare la capitale. 

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Una cosa che ho imparato da questa vicenda è che in politica la scelta della squadra è fondamentale. A me è bastato sbagliare un paio di persone per arrivare al disastro”. Gianni Alemanno parla con il Messaggero della sentenza che “mette fine a sette anni di gogna, durante i quali sono stato definito prima mafioso e poi corrotto e che ha coinvolto pesantemente tutta la città, con un Comune arrivato a un passo dallo scioglimento per mafia”.

Nel suo racconto Alemanno racconta di come tutto è iniziato. “L’incubo è iniziato il 2 dicembre 2014 con l’avviso di garanzia per associazione a delinquere di stampo mafioso e la perquisizione a casa. Poi le prime sentenze, che avevano superato le richieste del pm, fino ad arrivare a una condanna a sei anni. A un certo punto non sapevo più a cosa credere. Avevo grande fiducia nella Cassazione, anche se venivo da sette anni di gogna mediatica. La sentenza ha completamente demolito un impianto accusatorio in cui tutta la città è stata infangata in maniera violentissima. In tutto il mondo è circolata l’immagine di una Roma mafiosa, di un sindaco accusato di essere mafioso. E alla fine nulla di questo era vero”.

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Alemanno racconta l’incubo giudiziario che lo ha travolto

Quanto alla restante accusa di traffico di influenze illecite, Alemanno afferma che “le accuse residuo, che affronteremo nel nuovo processo d’appello, non hanno nulla a che fare con la mia funzione di sindaco, che esce immacolata da ben cinque procedimenti penali. Si è creato una specie di vortice in cui si sono messi insieme gli attacchi della sinistra contro l’unico sindaco di centrodestra che ha avuto la Capitale, una narrazione fascio-mafiosa molto di moda che aveva creato un clima surreale, il crollo del Popolo della Libertà. Purtroppo a volte si creano dei teoremi ideologici e ce ne si innamora. Avrò anche commesso degli errori, ma quello che è successo è inconcepibile”.

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Ho sbagliato nella scelta di alcune persone – ammette Alemanno – Questa vicenda mi ha insegnato che la selezione della squadra è fondamentale. Anche se è stato sufficiente sbagliare una o due scelte per arrivare a questo disastro. La mia amministrazione è stata demonizzata, ma ora tutto viene riportato alla realtà. Basta vedere i dati dell’Agenzia per il controllo dei servizi pubblici di Roma: la qualità della vita nei nostri cinque anni è stata nettamente superiore a quello che è venuto dopo, da Marino alla Raggi. Con questa vicenda abbiamo creato un danno di immagine alla città che potevamo risparmiarci: la conseguenza è stata l’antipolitica. Ora abbiamo una città devastata, e ai miei tempi non era così”, conclude aggiungendo di credere che il centrodestra sia pronto a tornare a governare Roma: “La candidatura di Michetti può essere quella giusta per convincere i romani”.

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