“Biden deve pensare ai problemi interni”. Il perché del ritiro dell’Afghanistan

Il consigliere della famiglia Clinton, Blumenthal, spiega le motivazioni che hanno spinto il presidente Usa ad accelerare il ritiro

Parla Sidney Blumenthal, consigliere di Bill Clinton ai tempi in cui era presidente e della moglie Hillary, oltre che amico della famiglia. Parla della strategia di Joe Biden e della sua scelta di accelerare il ritiro dall’Afghanistan che ha lasciato il Paese nuovamente nelle mani dei talebani. Secondo Blumenthal i motivi sarebbero legati alla necessità del Presidente degli Stati Uniti di concentrarsi sulle problematiche interne agli Usa e soprattutto sulla situazione complicata della democrazia americana, dopo l’assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori dell’ex presidente Donald Trump

In un’intervista al Corriere della Sera, il consigliere dei Clinton afferma: “Il 6 gennaio non è veramente finito. Non è solo polarizzazione politica, è molto di più. Il principale pericolo per l’America come democrazia e per l’internazionalismo è domestico“. E sul ritiro dall’Afghanistan afferma: “La mancata consultazione con gli alleati mi è sembrata una sorprendente omissione. Durante la crisi nei Balcani avevo rapporti personali con tutti i leader europei, compreso Romano Prodi“, ricorda, e che questa scelta non è “il segnale di un ripudio dell’internazionalismo, è solo la conseguenza di quello che Joe Biden pensa, e non da oggi, dell’Afghanistan“.

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Secondo Blumenthal, Biden “era determinato a uscire e Trump gli ha fornito le basi per farlo attraverso il suo trattato di resa, non posso definirlo altrimenti, ai Talebani. Il problema è che sono stati ignorati gli allarmi che venivano da alcuni funzionari del dipartimento di Stato e dai generali e non è stata programmata l’evacuazione: così è sembrato che abbandonassimo i nostri alleati afghani“.

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