Vaccini, obiettivo raggiunto: ma i Paesi poveri potrebbero non vederlo mai

Con oggi, 31 agosto, è stato raggiunto il traguardo del 70% di immunizzazioni. Tuttavia, i Paesi poveri sono indietro e pesa l’incognita della terza dose. 

La campagna vaccinale prosegue, ormai dritta e spedita, in Italia come nel resto del mondo. Tuttavia, le problematiche sono tutt’altro che risolte e i nodi da sciogliere sono ancora moltissimi. Provando a fare il punto della situazione sui vaccini, sappiamo che il 70% degli adulti, in Europa, è completamente vaccinato. A renderlo noto Ursula con der Leyen, la Presidente della Commissione europea, che ha così commentato in un tweet il traguardo raggiunto: “Voglio ringraziare le tante persone che hanno reso possibile questo grande traguardo. Ma dobbiamo vaccinare più europei. E dobbiamo aiutare anche il resto del mondo a vaccinare. Continueremo a supportare i nostri partner”, ha scritto il numero uno europeo. In totale, oltre 256 milioni di adulti nell’Ue hanno ricevuto un ciclo completo di vaccinazione. Non resta indietro, nei dati, l’Italia che con le somministrazioni di oggi, 31 agosto, è arrivata al 70% di immunizzazioni.

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In Italia, sono 77.532.362 le dosi di vaccino somministrate. Un dato pari al 90% del totale di quelle consegnate, che ne sono state invece, fino ad adesso, 86.125.986. Nello specifico, sono state consegnate 60.650.672 dosi di  Pfizer/BioNTech;  11.482.998 di Moderna; 12.033.610 di Vaxzevria-AstraZeneca; 1.958.706 di  Janssen.  Per quanto riguarda la mappa dei vaccini, sono sette quelli attualmente in uso in almeno un paese. Ad agosto, è stato lo Sputnik V, prodotto in Russia dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja, a diventare il primo vaccino contro il coronavirus registrato ufficialmente.

L’Oxford, Astrazeneca, Covishield è stato usato nel Regno Unito, Galles, Irlanda del Nord, Bangladesh, India, Marocco, Myanmar, Seychelles, Scozia. Il Pfizer Biontech in Austria, Bahrain, Moderna, Bermuda, Bulgaria, Canada, Cile, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Ecuador, Regno Unito, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gibrilterra, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Isola di Man, Israele, Italia, Kuwait, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Messico, Olanda, Cipro del Nord, Irlanda del Nord, Norvegia, Oman, Panama, Polonia, Portogallo, Romania. Arabia Saudita, Scozia, Serbia, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Galles. Il Moderna nel Belgio, Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania, Islanda, Israele, Italia, Lituania, Olanda, Spagna, Stati Uniti. Lo Sputnik in Argentina, Bielorussia, Russia, Serbia. Il Sinopharm in Bahrain, Serbia, Seychelles, Emirati Arabi Uniti, Egitto; il Sinovac in Brasile, Cina, Indonesia, Cipro del Nord, Turchia; il Covaxin in India.

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E i paesi poveri? 

Proprio l’ipotesi di una terza dose, che ormai sembra diventare una quasi certezza, però, ha evidenziato ancor di più le discrepanze di trattamento tra paesi poveri e paesi ricchi. Oltre ad un fattore umanitario, pesa anche un fattore economico. Infatti, i paesi ricchi nei quali i vaccini sono ormai ampiamente disponibili, vedranno quasi certamente, nel prossimo futuro se anche non imminente, una rilevante crescita economica. Non sarà così per quelli più poveri e con scarsa disponibilità di vaccinazioni, che avranno una crescita più lenta. Il Coronavirus ha inciso sull’economia dell’intero pianeta, minandone chiaramente la stabilità. C’è chi dalla crisi riuscirà ad uscirne e chi, invece, rimarrà intrappolato in un tunnel buio senza uscita. La pandemia ha reso più evidenti le fragilità e le debolezze strutturali dei singoli Paesi, accentuando le disuguaglianze e le differenze esistenti.

Secondo un nuovo rapporto del Fondo Monetario Internazionale, la scarsa disponibilità di vaccini contro il coronavirus per i paesi in via di sviluppo e in quelli poveri rappresenta un problema grave, da arginare con urgenza, non soltanto per il lato umano e sociale, ma anche e soprattutto per quello economico. Il mancato accesso alle dosi, infatti, rischia di rallentare non solo la crescita economica di questi paesi, ma anche quella globale, per effetto del crollo delle economie dei singoli Paesi. Nel report, il Fondo Monetario internazionale invita i paesi più ricchi a condividere più dosi con quelli più poveri, come già ampiamente sollecitato negli scorsi mesi ma a cui, purtroppo, non è stata data adeguata risposta..

Proprio per  quanto riguarda lo sviluppo delle economie dei Paesi in via di sviluppo, il Fondo Monetario ha ridotto dello 0,4 per cento la crescita delle economie emergenti , portandola al 6,3 per cento. Le previsioni più pessimistiche riguardano l’India e diverse aree del Sudest asiatico, tra cui l’Indonesia e il Vietnam. In queste zone, infatti, oltre ad un aumento dei contagi si è verificato un notevole aumento delle ospedalizzazioni e dei ricoveri. Il vaccino, infatti, previene la diffusione delle forme più grave di contagio.

Green Pass 

A spingere verso le vaccinazioni, di sicuro, è stato l’introduzione del Green Pass, ormai reso obbligatorio per avere accesso ad alcuni esercizi al chiuso come bar e ristoranti. Green pass obbligatorio anche per fiere, eventi e mostre e, da domani, primo settembre, sarà obbligatorio sui treni, autobus e aerei. L’ultima proposta arriva da Bonaccini, Presidente dell’Emilia Romagna, che ha proposto l’obbligo di green pass anche nei luoghi di lavoro. “Io estenderei il Green Pass a tutti i luoghi di lavoro, spero sindacati e le imprese trovino un accordo, come avvenne un anno e più fa, quando il 4 maggio aprirono tutte le fabbriche in sicurezza, grazie alle iniziative di sindacati, imprese, enti locali e governo”, ha detto intervenendo a Effetto Notte Estate su Radio24, ribadendo l’importanza della vaccinazione.

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