Liliana Resinocivh, colpo di scena: ecco cosa ha rivelato l’esame del DNA

Colpo di scena nel caso Liliana Resinovich: l’esame della traccia biologica maschile trovata sul cordino utilizzato per chiudere i due sacchi all’interno dei quali si trovava il suo corpo, ha dato esito negativo. 

Al momento, tutte le piste restano aperte: sia quella del suicidio sia quella dell’omicidio.

Liliana Resinovich – Meteoweek

L’esame del DNA

Un nuovo colpo di scena nel caso di Liliana Resinovich, la donna trovata morta il 5 gennaio scorso. La 63enne è stata ritrovata con la testa e i piedi chiusi in due sacchi neri di nylon. Gli investigatori hanno trovato delle tracce biologiche maschili sul cordino che chiudeva le estremità dei sacchi sul collo di Liliana. L’esame di queste tracce, però, ha dato esito negativo ed ha così scagionato il marito, Sebastiano Visintin, l’amico Claudio Sterpin, e il vicino di casa, Salvatore Nasti.

Il ritrovamento e le indagini

Da sinistra: Liliana Resinovich e Sebastiano Visintin – Meteoweek

Di Liliana Resinovich non si avevano notizie dal 14 dicembre del 2021. Solo il 5 gennaio scorso, il suo corpo è stato ritrovato in posizione fetale, a 50 metri di distanza dalla strada, nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni, a Trieste.

La sua testa e i suoi piedi erano chiusi in due sacchi neri di nylon, uno infilato dalla testa e uno dai piedi. Sin dal primo giorno, gli investigatori non hanno scartato né l’ipotesi di suicidio né quella di omicidio.

Nel corso delle analisi scientifiche, vicino al DNA di Liliana trovato sul cordoncino che lei avrebbe usato per soffocarsi, è stata trovata – anche se molto debole – una traccia di DNA maschile. Tracci alla quale gli inquirenti non hanno mai dato mola importanza.

Per togliere qualsiasi tipo di dubbio, si è deciso di comparare quelle tracce con il DNA delle persone a Liliana più vicine, ovvero il marito, un suo amico e il vicino di casa. Ma l’esame ha dato esito negativo. Diventa, quindi, sempre più probabile che la 63enne abbia deciso di togliersi la vita.

Ipotesi, questa, che non ha mai convinto il fratello di Liliana, il quale pare abbia inviato alla Procura di Trieste un documento in cui sostiene la tesi dell’omicidio e rifiuta quella del suicidio.

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