Calenda a colloquio con Meloni sulla «contromanovra» del Terzo Polo: ecco cosa si sono detti

Quello con la premier è stato un incontro positivo, ha detto il leader del Terzo Polo che ha trovato attenzione da parte di Palazzo Chigi.

Azione e Italia Viva continueranno a seguire la loro linea di “opposizione sui contenuti”. Frecciata al Pd dopo l’incontro.

È un quadro positivo quello dipinto da Carlo Calenda al termine del confronto (durato un’ora e mezza circa) a Palazzo Chigi col presidente del Consiglio dove ha presentato la “contromanovra” del Terzo Polo. «Abbiamo trovato una controparte molto preparata. La Meloni è molto preparata», ha detto il leader di Azione parlando della premier.

Calenda ribadisce poi la linea del Terzo Polo: stare all’opposizione sì, ma in maniera costruttiva, senza ostruzionismi per principio. «Se facessimo, una volta nella vita, una roba normale, se i partiti di governo, leggi FI, invece di sabotare Meloni, contribuissero a fare la manovra, e l’opposizione invece di andare in piazza presentasse provvedimenti migliorativi, forse sarebbe un Paese normale. Invece continuiamo a essere un Paese machiavellico di cui non ci capisce niente».

Ciò detto, il leader di Azione ribadisce che da parte governativa non è arrivata nessuna richiesta di entrare nella maggioranza né sarebbe stata accettata. Una risposta a chi ipotizza una sorta di ruolo da “stampella” a supporto della maggioranza di governo da parte del Terzo Polo. Calenda ripete di aver detto al premier che non ci sarà ostruzionismo da parte del tandem Azione-Italia Viva. Una scelta, dice, fatta per evitare di «mandare il Paese in esercizio provvisorio». Ma questa linea sarebbe stata portata avanti comunque, anche in mancanza dell’incontro col presidente del Consiglio.

La «contromanovra» del Terzo Polo

Nel dettaglio, il Terzo Polo ha illustrato al premier le sue proposte: dall’estensione di Impresa 4.0 al price cap nazionale sul gas in luogo dei crediti di imposta. Si è discusso anche di aumentare gli stipendi ai sanitar, di ripristinare ‘Italia sicura´ e del Pnrr. La delegazione del Terzo Polo – oltre a Calenda erano presenti all’incontro con Meloni anche Paita, Richetti e Marattin, mentre per il governo c’erano Urso, Leo e Fazzolari – ha avanzato una richiesta al governo: «riproporre il Reddito di cittadinanza come Rei», dice Calenda.

Su questo punto il leader di Azione consiglia prudenza e cautela all’esecutivo. Calenda ha sollevato il problema dei ragazzi che perdono il reddito di cittadinanza e vogliono continuare a studiare. Da qui la necessità di rafforzare le borse di studio in concomitanza con la stretta sul reddito di cittadinanza. In caso contrario ci sarebbe, spiega, «un’imposta negativa per chi trova un lavoro». Per evitare penalizzazioni di questo tipo occorre costruire un sistema «per cui il Reddito torna a essere Reddito di inclusione». E per evitare truffe si dovrebbero coinvolgere i Comuni, insiste Calenda.

Il Terzo Polo si smarca ancora una volta dal Pd

Il segretario di Azione aggiunge di aver proposto al Partito democratico di preparare assieme la contromanovra. Ma dal Nazareno, fa sapere, non è arrivata alcuna risposta. Hanno soltanto «inviato un documento di titoli che non è dignitoso per un partito». Da qui il suggerimento di «prendersi un ufficio studi», incalza Calenda. Che conclude rimarcando, di nuovo, che il modo di fare opposizione del Pd non è quello scelto dal Terzo Polo, che vuol fare una opposizione entrando nel merito delle questioni, senza chiusure pregiudiziali. «Altrimenti la politica diventa un gioco da bambini dove si dice no pregiudizialmente, senza sapere a cosa lo si dice», commenta Calenda.

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