Di Maio: “Fase 2 Coronavirus non libera tutti. Ue, serve l’accordo giusto”

Il ministro degli affari esteri parla durante “Non è l’Arena” su La7. “Draghi fu rispettato da tutti quando era a capo della Bce, ma non è il momento di parlarne”, dice Di Maio.

di maio intervento

Luigi Di Maio è intervenuto durante la trasmissione “Non è l’Arena”, andata in onda su La7. Il ministro per gli affari esteri del Governo Conte è uno dei più impegnati, in questa fase del Coronavirus. Non tanto per la lotta diretta a questo virus che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo, quando per le trattative in corso con l’Unione Europea. Si va ancora, infatti, alla ricerca dell’accordo migliore per la ripartenza dei Paesi membri del Vecchio Continente. E Di Maio fa capire che in questi giorni si potrebbe arrivare alla fumata bianca per l’accordo con l’Ue.

Sono giorni cruciali per l’Ue – ha dichiarato Di Maio – , ci aspettiamo il miglior accordo possibile per poter spendere tutti i soldi necessari per aiutare gli italiani. L’Unione Europea è in un momento molto importante, non esiste che ci possa essere un limite in un momento come questo, non possono esistere accordi al ribasso. Non vogliamo che altri paesi Ue paghino il debito italiano, abbiamo sempre onorato i nostri impegni, ma chiediamo di condividere i rischi per condividere il futuro“.

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Sono ormai diverse migliaia i morti con il Coronavirus in giro per il mondo, quando la pandemia circola da praticamente quattro mesi. Di Maio è consapevole che bisogna fare di tutto per far sì che le morti diminuiscano, ma soprattutto che i Paesi possano ripartire nel migliore dei modi sotto tutti gli aspetti. “È il momento in cui come istituzioni dobbiamo tutti lavorare per onorare i nostri morti. Le istituzioni hanno il dovere di mantenere il sangue freddo e cercare di fare uscire il paese prima possibile da questa lotta a un nemico invisibile“.

Di Maio e l’ipotesi Draghi

Si parla anche dell’eventuale ingresso nel team di Governo di Mario Draghi. Di Maio fa però capire che non è il momento di pensare a un eventuale e clamoroso ribaltone in sede al Consiglio dei Ministri, ottimamente governato finora da Giuseppe Conte. “Se si cita Draghi per buttare giù questo governo e crearne un altro, posso dire da ministro degli Esteri che in nessuna parte del mondo in questo momento si sta discutendo di buttare giù il governo. In tutti i paesi del mondo in questo momento si discute di come debellare il virus, non di come cambiare il premier buttando giù Giuseppe Conte. Draghi quando era a capo della Bce è stato rispettato da tutto il mondo, non si discutono le sue competenze, ma l’uso strumentale che viene fatto del suo nome“.

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Di Maio ha parlato anche della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus in Italia, quella che potrebbe concretizzarsi dopo l’attuale scadenza del 13 aprile. L’ex leader del Movimento 5 Stelle ha fatto comunque capire che bisogna continuare a seguire in maniera ferrea le disposizioni del Governo. “Fase 2 non vuol dire ‘liberi tutti, usciamo!’ Perché ci sono paesi del mondo che credevano di esserne usciti e dopo aver allentato le misure sono di nuovo in lockdown. Fase due vuol dire rimettere in moto una parte dell’economia. Non è che sono restio nell’individuare una data, semplicemente deve venir fuori da evidenze scientifiche. Gli scienziati ci devono dire quand’è che non esponiamo più i nostri cittadini al rischio di finire in terapia intensiva“.

No alla patrimoniale

Di Maio risponde anche alla possibilità che venga inserita una specie di legge patrimoniale. L’ex pentastellato fa capire chiaramente che non è il caso di applicare queste norme. Anche perchè il popolo non può essere colto da nuovi pesi sul piano fiscale. “Se noi vogliamo guadagnarci la fiducia dei cittadini non dobbiamo far sì che i cittadini siano la risposta alla crisi, ma dobbiamo dare una risposta ai cittadini. Una patrimoniale significherebbe dire ai cittadini: dammi la risposta con i soldi che hai. Noi siamo impegnati ad aiutare il cittadino, non a tassarlo. Il cittadino non è la soluzione, vuole la soluzione“.

Di grande attualità resta anche l’argomento mascherine. Di Maio risponde, facendo capire che anche in questo caso, il suo unico interesse è quello di fare il bene del suo Paese. “Abbiamo firmato un contratto con un’azienda cinese da 180 milioni di mascherine. Io però quando devo salvare delle vite e tutelare quella dei medici non mi pongo problema se le mascherine sono gratis o si devono pagare. In un momento in cui in tutto il mondo, calciatori e manager si stanno tagliando lo stipendio e tutti cercando di dare segnali importanti, più che attaccare me perché compro mascherine da paesi che hanno governi comunisti, eropeisti o sovranisti, la politica potrebbe dibattere per dare un segnale tagliandosi lo stipendio“.

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