Coronavirus, Bonafede: Dl scarcerazioni per la lotta contro la mafia

Bonafede ha parlato del Dl messo in piedi per contrastare l’esodo mafioso dalle carceri usando l’emergenza sanitaria come passe partout.

Coronavirus, Bonafede: Dl scarcerazioni per combattere la mafia – meteoweek

Corrono tempi duri per il Ministro della Giustizia Bonafede che, dopo aver incassato il colpo sulla vicenda Di Matteo, si è trovato a dover fronteggiare le asprissime critiche per il via vai di esponenti mafiosi dal carcere che hanno ritrovato la libertà, sfruttando l’emergenza sanitaria nazionale. Oggi però è una buona giornata per il Ministro perché Il governo ha approvato il suo decreto legge che punta a far tornare in carcere i 376 mafiosi scarcerati nelle ultime settimane. Il decreto prevede anche nuove regole sui colloqui in carcere per prevenire il contagio del Covid-19. “Promuoviamo – ha detto il ministro – una sinergia, un gioco di squadra, perché saranno chiamati in causa l’autorità sanitaria e il dipartimento amministrazione penitenziaria, affinché diano ai giudici un quadro sulla disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta in cui il condannato, o chi si trova in custodia cautelare, può riprendere la detenzione”. Poi torna sulle scarcerazioni e ammette che si tratta di un insulto alle vittime, ai loro familiari e a tutti i cittadini, che in questo momento stanno anche vivendo le tante difficoltà della pandemia. I magistrati, secondo Bonafede, “applicano le leggi e come sempre io rispetto la loro autonomia e indipendenza. C’è una nuova norma che mette ordine alla situazione. In un momento così straordinario si stava andando avanti con vecchi strumenti. Ma in momenti straordinari, servono provvedimenti straordinari”.

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La bozza del dl preparata nei giorni scorsi in via Arenula è stata approvata – meteoweek

Il messaggio che si vuole lanciare con questo nuovo decreto è chiaro: lo Stato è impegnato nella lotta alla mafia, un impegno che si continua a portare avanti, in onore della memoria di chi ha perso la vita e i propri affetti, nonché per il futuro dei nostri figli. “La mafia – ha detto Bonafede – mina le fondamenta della democrazia del nostro Paese e dobbiamo mettercela tutta affinché la giustizia faccia sempre il suo corso, fino all’ultimo”. Il dl modifica le norme relative alla concessione dei domiciliari e il differimento pena per i condannati per terrorismo, mafia e per tutti i reati che mirano ad agevolare le associazioni mafiose e per quelli che si trovano al 41 bis. Nel dettaglio gli articoli fondamentali sono tre: il primo, già citato, riguarda i colloqui, il secondo stabilisce che il “magistrato di sorveglianza o il tribunale di sorveglianza che ha adottato il provvedimento, acquisito il parere del Procuratore distrettuale antimafia del luogo in cui è stato commesso il reato e del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo per i condannati ed internati già sottoposti al regime di cui al predetto articolo 41-bis, valuta la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile. La valutazione è effettuata immediatamente, anche prima della decorrenza dei termini sopra indicati, nel caso in cui il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria comunica la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto o dell’internato ammesso alla detenzione domiciliare o ad usufruire del differimento della pena”; infine il terzo riguarda gli imputati in custodia cautelare, e impone al pubblico ministero di chiedere al giudice il ripristino della custodia cautelare in carcere, se reputa che permangono le originarie esigenze cautelari. Un bel cambiamento da un punto di vista pratico. 

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