Delitto di Garlasco, Stasi verso la revisione ma l’avvocato: “Basta”

Il caso dell’omiciidio di Chiara Poggi è a un bivio: Alberto Stasi, accusato a 20 anni, ha fatto istanza per chiedere una revisione del processo.

Delitto di Garlasco, Stasi verso la revisione ma l’avvocato: “Basta” – meteoweek

La richiesta per la revisione è stata depositata ma la famiglia Poggi è serena, per usare le parole della mamma di Chiara: “L’assassino è già stato trovato”. Il legale della famiglia è intervenuto nel dibattito pubblico per ricordare: “Hanno perso una figlia: la sofferenza rimarrà per sempre e queste vicende processuali continuamente riproposte riaprono una ferita che non si chiuderà mai“. Stasi era stato condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l’omicidio dell’allora fidanzata Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Per Tizzoni quello che stanno facendo i legali del ragazzo “è l’ennesimo tentativo di rimettere in discussione una sentenza definitiva. Inoltre c’è già stato un precedente tentativo di revisione della sentenza dichiarato inammissibile dalla stessa corte d’Appello di Brescia che ora è chiamata a esprimersi di nuovo”. Il riferimento dell’avvocato è alla decisione della corte che nel 2017 ha dichiarato “non luogo a provvedere” dopo che i precedenti legali di Stasi avevano depositato presso la procura generale di Milano gli esiti delle investigazioni difensive chiedendo nuove indagini e sollecitando la revisione del procedimento. A lungo si era parlato di un possibile coinvolgimento di un amico del fratello di Chiara che poi è stato assolto.

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Chiara Poggi è stata uccisa in casa sua – meteoweek

Gli avvocati di Chiara hanno chiesto di visionare i documenti depositati da Stasi per la riapertura del processo. “Ma sono perplesso – spiega ancora Tizzoni – perché il processo è durato 10 anni, è stato seguito da decine di avvocati, magistrati e consulenti che hanno scandagliato ogni aspetto della vicenda. Penso sia difficile trovare qualcosa di nuovo ed essenziale per ribaltare la sentenza”. La parola ora torna ai legali del ragazzo che avranno il compito di difenderlo, qualora si dovesse procedere con la riapertura del processo.

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