Il virus è diventato più contagioso, ma non più letale

Oggi l’85% dei genomi inseriti dai ricercatori nei propri database appartengono al ceppo G. Questa mutazione ha portato il virus a essere più contagioso, ma meno aggressivo.

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Il virus invisibile ora è anche meno letale – meteoweek.com

Il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo intero è cambiato in maniera radicale. Da un punto di vista la situazione è peggiorata, visto che il Covid-19 si è diffuso in quantità sempre maggiore, giorno dopo giorno e in ogni Paese. Sotto un altro aspetto, però, la mutazione del Sars-CoV 2 è tale da renderlo meno aggressivo e di conseguenza meno letale. Questo è quanto è emerso da una serie di studi, l’ultimo dei quali è stato condotto dai ricercatori dell’Università del Texas di Galveston. Questi hanno scoperto che il virus in circolazione su scala mondiale è per l’appunto cambiato.

Oggi, in base a questi studi, è emerso che i genomi che vengono analizzati dai ricercatori di fama mondiale appartengono al ceppo G. La quantità è massiccia, ammonta a circa l’85%, pertanto si può dire che ormai il virus è diffuso in maniera quasi omogenea in tutto il mondo. Già nel corso dell’estate, gli studi avevano portato alla luce un virus molto più contagioso su larga scala. Ma al tempo stesso, come detto, questo era diventato meno aggressivo e di conseguenza meno letale. La mutazione di cui parliamo, denominata D614G, era finita anche al centro di un articolo su Nature.

Le caratteristiche di questo virus mutato danno anche indicazioni positivi nell’ottica del nuovo vaccino. Questo ha la proteina spike come obiettivo principale, ma non dovrebbe avere ripercussioni sul sistema immunitario. La stessa cosa riguarda l’eventuale ricorso alla terapia con anticorpi monoclonali. In ogni caso, considerando la mutazione del virus, gli esperti raccomandano un controllo più approfondito per capire come attaccare i ceppi mutati. Sono proprio i ricercatori dell’Università del Texas di Galveston a svelare queste opzioni per quanto riguarda l’attacco al virus.

Il virus si diffonde più velocemente – meteoweek.com

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Dal loro studio è stato coltivato il virus mutato e sono stati fatti esperimenti su modelli animali. Si è scoperto che questo ceppo di Sars-CoV2 è più efficiente rispetto a quello originario. Quest’ultimo, però, si è rivelato più aggressivo e letale. Il virus mutato riesce ad addentrarsi con maggiore efficacia per le prime vie aeree, come naso, cavo orale e trachea. Al tempo stesso, però, non riesce a essere altrettanto performante sulle vie polmonari. Dunque il Covid nella sua mutazione si riproduce di più, tronvando anche cariche virali molto alte tra gli asintomatici.

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E poi c’è l’eredità lasciata da Neanderthal, o meglio dagli ominidi appartenenti ai primi ibridi Neanderthal-Sapiens. Questi hanno lasciato alcuni pezzi di genoma, soprattutto in Asia meridionale ma anche in Europa e America. La presenza dei loro geni è associata a un rischio maggiore di presenza del virus. Si tratta di una conferma di uno studio condotto un paio di anni fa a Stanford. Qui si è scoperto che i primi Sapiens si erano ammalati di virus per loro fatali, dopo l’incontro con i Neanderthal. Da lì, però, ne sono stati acquisiti i geni per riuscire a combattere questo virus.

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