Omar Confalonieri, pm di Bergamo parlò solo di “qualche sospetto” e di “una ombra cupa”

Omar Confalonieri, l’agente immobiliare ora in cella da qualche giorno con l’accusa di aver narcotizzato una coppia di clienti e aver violentato la donna, l’ex pm di Bergamo Carmen Pugliese quando nel 2010 chiese l’archiviazione, poi accolta dal gip, parlò solo di “qualche sospetto” e di “una ombra cupa” ma non di prove di “atti sessuali”.

Omar Confalonieri – MeteoWeek

Il caso, analogo a quello istruito di recente dalla Procura di Milano, è del 2007 e riguardava una amica dell’ex fidanzata dell’uomo a cui, dopo averla stordita con un gelato ‘innaffiato’ con benzodiazepine, aveva “tolto le mutande” e “chiesto di indossare un vestito a maglia”.

Il caso di Bergamo

Il caso archiviato di Bergamo, i cui atti sono stati trasmessi alla Procura di Milano, pur essendo prescritto dovrebbe servire, con quello per cui nel 2009 è stato condannato a Monza, per dimostrare la ‘serialità’ di Confalonieri che già 14 anni fa avrebbe agito con le stesse modalità emerse nell’indagine coordinata dal pm milanese Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella. Come si legge nella richiesta del pubblico ministero, ora in pensione, di Bergamo, era “pur vero” che la vittima fosse “in condizioni di astenia e sonnolenza per cause rimaste non accertate, ma è altrettanto vero che la stessa aveva comunque la capacità di percepire quanto avveniva atteso che è precisa nell’escludere il compimento di atti sessuali da parte del Confalonieri”. “Indubbiamente il fatto che” l’agente immobiliare “le abbia tolto le mutande e le abbia chiesto di indossare un vestito a maglia getta qualche sospetto sulle sue intenzioni”. Ed “è altrettanto vero che “una ombra cupa” su di lui “è gettata dall’episodio” commesso “in circostanze più o meno analoghe” in Brianza. “Ma ciò nonostante non si può (…) trarre elementi probatori” in merito al caso bergamasco per via delle dichiarazioni con cui la amica dell’ex fidanzata aveva escluso di “essere stata vittima” di violenza sessuale.

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Gli inquirenti e gli investigatori milanesi hanno naturalmente registrato come Confalonieri già allora avesse agito con le medesime modalità utilizzate lo scorso due ottobre con la coppia stordita con un drink in cui, con una siringa, ha iniettato un potente sonnifero in quantità tali da riuscire a cancellare i ricordi e renderla incosciente. La donna non ha potuto nemmeno ricostruire quanto accaduto per otto ore nell’appartamento, gli abusi subiti da parte di Confalonieri e per poter ricostruire i fatti è dovuta ricorrere alle immagini delle telecamere a circuito chiuso. L’ipotesi è che lo stesso sia accaduto alla vittima del 2007.

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