Indiana Jones | le migliori scene della saga con Harrison Ford

La saga di Indiana Jones è ricca di momenti memorabili entrati ormai nell’immaginario collettivo. Sequenze che hanno contribuito a definire il cinema d’avventura e che sono state prese come modello di riferimento da numerosi film arrivati successivamente. Ma c’è una cosa in cui i film di Spielberg si sono sempre rivelati imbattibili: le entrate in scena dei personaggi.

Ancora oggi, a distanza di decenni, l’incipit del film Indiana Jones e I Predatori Dell’Arca Perduta rimane un esempio da manuale di cinema. La sequenza iniziale del film del 1981 è stata infatti ripresa da tantissimi altri lungometraggi e ancora oggi rappresenta un condensato di cinema d’avventura da antologia. Nonostante le tante sequenze memorabili, infatti, la saga di Steven Spielberg si è sempre caratterizzata per l’audacia visiva con cui decideva di presentare i suoi personaggi agli occhi degli spettatori.

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L’incipit del primo Indiana Jones

Quell’abilità rara nel nascondere il volto del protagonista per una intera sequenza ma fornendo continui indizi allo spettatore (dal cappello alla frusta, passando per la giacca, che al momento dell’uscita del primo film non erano ovviamente ancora elementi distintivi ed iconici del personaggio come lo sono adesso) e lo svelamento perfetto dell’attore che lo interpreta (Harrison Ford, all’epoca identificabile con Han Solo e Deckard), fino all’ironica chiusa con la fuga dagli indios con salita in corsa a bordo dell’idrovolante. La summa perfetta di una intera saga in pochissimi minuti indimenticabili: questo è l’incipit di Indiana Jones e I Predatori Dell’Arca Perduta. Un livello di maestria registica difficilmente raggiungibile.

L’Ultima Crociata

Ma altrettanto notevole è l’inizio di Indiana Jones e L’Ultima Crociata: con una transizione veloce e fluida, Spielberg passa dal giovane Indiana Jones all’adulto Indiana Jones, quindi da River Phoenix ad Harrison Ford. Un salto di decenni che avviene in unico movimento di macchina (con l’intervento del montaggio) e che ha anche lo scopo ironico di presentare al pubblico il personaggio secondo i canoni classici dell’eroe sorridente e strafottente per poi demolirlo con un pugno in pieno volto qualche secondo dopo. Pugno che catapulta immediatamente lo spettatore nel bel mezzo dell’azione. Quando l’abilità tecnica va di pari passo con un incredibile senso del ritmo e della narrazione cinematografica.

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Il lato avventato di Indy

Così nel secondo film della saga, quando Indiana Jones, Willie e Shorty stanno fuggendo dal Tempio con le pietre sacre e si ritrovano assediati su di un ponte sospeso, Spielberg rivela allo spettatore una sfaccettatura inedita del carattere del protagonista: quella folle e avventata. Se fino a quel momento infatti il pubblico aveva avuto modo di conoscere l’archeologo saggio, impavido ma comunque sempre attento alle conseguenze delle sue azioni, qua Indiana Jones mostra un altro lato di sé. Di fronte alla possibilità di essere fatto prigioniero, quindi, il protagonista preferisce correre il rischio di tagliare le funi del ponte mettendo tutti quanti in pericolo, persino la ragazza e il bambino. Una decisione che ovviamente si rivelerà corretta, ma dagli esiti potenzialmente tragici. Anche in questo caso Spielberg mostra tutta la sua abilità realizzando una delle scene più tese della serie, in grado di tenere sempre con il fiato sospeso anche quando ormai la si conosce a memoria.

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