Tutte le volte in cui il cinema ha predetto il futuro (anche il Coronavirus)

Si parla moltissimo negli ultimi giorni del film Contagion di Steven Soderbergh, che nel 2011 immaginava uno scenario in cui un virus mortale partito da Hong Kong si diffondeva il tutto mondo. Ma non è l’unico film che ha predetto, in maniera più o meno precisa, il futuro che stiamo vivendo.

Sono tantissimi i film (principalmente di fantascienza, ma non solo) che nel corso degli anni hanno anticipato, alcune volte in maniera accuratissima, il futuro che oggi viviamo. Ecco alcuni degli esempi più clamorosi.

Contagion e il Coronavirus

Contagion, il film di Soderbergh del 2011, non solo ha predetto l’origine asiatica del Coronavirus, ma ha descritto in maniera molto accurata le problematiche che oggi tutto il mondo si trova ad affrontare: la necessità di trovare il paziente zero e di scoprire eventuali fattori di mitigazione, ma soprattutto la facilità con cui il virus può essere trasmesso. Nel film, infatti, bastava toccare un bicchiere o appoggiarsi alle porte dell’autobus per contrarre l’infezione. Ma le analogie con la situazione attuale sono molteplici: nel film la dottoressa interpretata da Jennifer Ehle dice che il virus nasce dall’incontro tra “un pipistrello e un maiale”, mentre l’epidemiologa Marion Cotillard deve affrontare le reticenze del governo cinese per studiare il virus. Kate Winslet, inoltre, metteva in guardia dal toccarsi ripetutamente il viso e il suo monito era: non avvicinare nessuno, resta lontano da tutti. Lo sceneggiatore Scott Z. Burns si consultò con scienziati ed esperti del settore, che gli spiegarono che uno dei problemi di una situazione come quella raccontata nel film sarebbe stato quello della disinformazione. Vi dice nulla?

Il caso di Minority Report

Minority Report, celebre film del 2002 con Tom Cruise diretto da Steven Spielberg, è uno di quelli che maggiormente è riuscito ad anticipare in maniera impeccabile alcune tecnologie che sarebbero state poi sviluppate solo parecchi anni dopo. È rimasta impressa nella mente di tutti gli spettatori l’immagine di Cruise che lavora utilizzando uno schermo con cui interagire solo con i propri occhi e muovendo le mani senza toccarlo direttamente. Oggi è quasi banale parlare di schermi touch screen e di periferiche utilizzabili a distanza muovendo le mani o il resto del corpo. Ma il film di Spielberg ha anche anticipato il riconoscimento degli utenti attraverso l’iride e addirittura le auto a guida autonoma di cui parliamo in questi anni. Persino gli elementi più futuristici, come la possibilità di anticipare i crimini prevedendo il futuro, non sembrano oggi così assurdi. La Carnagie Mellon University ha ad esempio creato un software denominato CrimeScan, che si basa su algoritmi predittivi che aiutano la polizia ad anticipare i criminali.

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Le profezie di Ritorno al Futuro

Se è vero che nel 2015 immaginato nel film Ritorno al Futuro c’erano macchine volanti (e non c’era internet), è anche vero che il film di Robert Zemeckis ha anticipato tantissimi elementi che oggi fanno parte della nostra quotidianità: gli occhiali di Doc connessi con l’automobile, che gli permettevano di raccogliere informazioni, ricordano molto da vicino i Google Glass e Oculus Rift, anticipando la realtà aumentata, e lo schermo su cui appariva il volto del datore di lavoro che licenziava McFly McFly ha predetto i dispositivi e le app che noi oggi utilizziamo per effettuare le “videochiamate” (e che specialmente in questo ultimo periodo stiamo sfruttando assiduamente). Ma la serie di Zemeckis ha predetto anche le tv a schermo piatto e ha indovinato un evento che sarebbe accaduto solo decine di anni più tardi. Nel secondo capitolo della saga spuntava infatti un ologramma gigante che annuncia la vittoria dei Chicago Cubs alle World Series di baseball. McFly non poteva crederci. E invece nel 2016 proprio i Chicago Cubs sono diventati campioni dopo 108 anni dall’ultima volta (anche se il film indicava il 2015 come anno di vittoria).

I reality show e il gioco online

La carriera di Jim Carrey è costellata da film che hanno predetto in maniera molto precisa il futuro: risale al 1996 un famoso monologo dell’attore nel film Il rompiscatole in cui anticipa una società in cui “ogni famiglia americana potrà integrare televisione, telefono e computer, visiterà il Louvre a distanza e vedrà la lotta femminile nel fango in tv, potrà fare la spesa dove vorrà o giocare a Mortal Kombat con un amico in Vietnam”. All’epoca tutto questo non era ancora realtà (i videogiochi online, ad esempio, prenderanno piede solo nel 2007) ma adesso ci sembra una descrizione precisa di ciò che è possibile fare tutti i giorni. È celebre poi l’esempio di The Truman Show, che ha invece anticipato di qualche anno la moda dei reality show in televisione. Nel 1991 un programma olandese introdusse per la prima volta l’idea di filmare un gruppo di individui che non si conoscevano mentre condividevano lo stesso ambiente, ma in America si comincerà a produrre reality solo dopo il 2000 (quindi due anni dopo il film).

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Ed infine Se mi lasci ti cancello, incredibile ma vero, ha predetto la possibilità di cancellare i ricordi dalla propria memoria. Qualche mese fa, infatti, il McGill’s Douglas Research Center di Montreal ha deciso di sviluppare un trattamento per lenire la sofferenza associata al disturbo da stress post-traumatico, “eliminando” i ricordi più dolorosi.

La fantascienza diventa realtà

Hal 9000 era il personaggio più inquietante del capolavoro 2001: Odissea nello spazio diretto da Stanley Kubrick ed è stata una delle prime forme di intelligenza artificiale realistiche rappresentate al cinema. Oggi i dispositivi con cui interagiamo in casa attraverso la voce sono tantissimi. SkyNet, invece, era la rete di supercomputer che causava il “Giorno del Giudizio” nella saga di Terminator, ma oggi è un programma sviluppato dalla National Security Agency americana che sfrutta i metadati delle comunicazioni telefoniche mobili per scovare possibili terroristi. Blade Runner, infine, anticipò con precisione i cartelloni pubblicitari animati che oggi tappezzano Times Square e l’autenticazione a doppio fattore che tutti noi utilizziamo per accedere, ad esempio, ai servizi bancari online.

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