Consultazioni, giorno tre: il punto sulla crisi di governo

Prevista per stasera la chiusura delle consultazioni tra i vari gruppi parlamentari e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Durante gli incontri i rappresentanti politici riferiranno sullo stato della crisi di governo e indicheranno un possibile candidato premier. Ieri è stato il turno di Pd, Leu, Iv, le Autonomie, il nuovo gruppo degli Europeisti e i parlamentari di Più Europa-Azione. Oggi toccherà invece ai partiti del centrodestra e al Movimento 5 Stelle.

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Le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si concluderanno questa sera. I gruppi parlamentari rimanenti riferiranno – come tutti gli altri – le loro opinioni sull’attuale stato di crisi di governo e forniranno un nome su un eventuale candidato premier. Nella giornata di ieri sono saliti al Colle Pd, LeU, Iv, le Autonomie, il nuovo gruppo degli Europeisti e i parlamentari di Più Europa-Azione. Nella giornata di oggi invece Mattarella incontrerà il centrodestra e il M5s, a partire dalle 16. Intanto, stando alle dichiarazioni emerse nella giornata di ieri e al conteggio dei “responsabili”, la strada per un Conte ter sembra sempre più in salita. La situazione si complica sempre più perché il progetto di Conte era quello di rimpolpare la schiera di sostenitori in modo da escludere Italia viva o da accoglierla ma notevolmente ridimensionata. Entrambi i progetti (la situazione migliore e quella peggiore) sembrano destinati a fallire. Il gruppo di responsabili ancora non prende il volo e il tempo sembra stringere. Intanto, Italia viva, forte della situazione, continua a far valere le proprie condizioni. E si tratta di condizioni non direttamente rivolte a far rinascere immediatamente questo esecutivo.

Il gioco di Renzi

Matteo Renzi nella giornata di ieri avrebbe fatto sapere di non aver fatto il nome di Conte al Quirinale. Stando alle indiscrezioni, l’ipotesi proposta sarebbe piuttosto un mandato esplorativo all’attuale presidente della Camera Roberto Fico (M5s). Il nome non esce fuori apertamente, ma lo stesso Renzi ribadisce alle agenzie: “Andare ad elezioni sarebbe un errore, preferiamo un governo politico ma siamo disponibili anche a un governo istituzionale. No a un incarico a Conte ora, sì a un mandato esplorativo. Nel caso non ci sia una maggioranza politica a noi va bene un governo del presidente”. Insomma, l’intento di Renzi sembrerebbe quello di giocare sul crinale per logorare non solo l’ipotesi Conte ter, ma anche la maggioranza. Alla fine potrebbe essere proprio il Pd a fare un altro nome, constatata l’impossibilità di creare un Conte ter.

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Il Pd ha fatto il nome di Conte

Eppure il Pd ha già confermato il nome di Conte al Quirinale. E’ la prima scelta, aveva fatto sapere il segretario Zingaretti, ma non ad ogni costo. E la posizione resta quella. Al termine delle consultazioni il segretario dem avrebbe fatto sapere: “Abbiamo indicato la disponibilità a sostenere un incarico al presidente Conte che anche nell’ultimo voto di fiducia si è rivelato punto di sintesi ed equilibrio avanzato”. Resta, però, il nodo Italia viva. E intanto Andrea Orlando (Pd), ospite a Otto e mezzo su La7 ha ribadito: “Per riprendere Renzi in maggioranza bisogna capire se Renzi pone un veto su Conte o no, cioè se è vero quello che ha detto al Quirinale o se è vero quello che ha fatto uscire dopo sulle agenzie. Ma se con Renzi i numeri restano risicati, si continuerà a ballare e per questo vogliamo un allargamento della maggioranza. L’ultima parola naturalmente spetta a Mattarella ma ci sono più scenari e si rischia di rotolare ad elezioni“. Insomma, una situazione del genere, qualora dovesse concludersi comunque con un Conte ter, potrebbe non assicurare la stabilità necessaria. Per questo è necessario – dice il Pd – allargare il più possibile la maggioranza.

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L’ipotesi maggioranza Ursula

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E a proposito di allargamento della maggioranza, anche il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova fa sapere: “Diciamo no a Conte perché un premier non può essere per tutte le stagioni: ha governato con la Lega condividendone le politiche sulle migrazioni e ha provato a governare con il Pd ma ha fallito perché la maggioranza è saltata. Ripartire con Conte vuol dire riaffossare la maggioranza e il Paese. Noi vogliamo un governo che guardi avanti, che si occupi del Next Generation Eu e della campagna vaccinazioni”. A ribadire l’esigenza non solo di un cambio premier, ma anche della cosiddetta maggioranza Ursula è anche Emma Bonino, che riferisce senza mezzi termini: “Siamo disponibili a discutere contenuti con un nuovo eventuale presidente incaricato con autorevole profilo europeista e riformatore, in grado di raccogliere una maggioranza più ampia, che unisca le forze che al Parlamento sostengono la Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen“. Faceva parte della maggioranza Ursula anche Forza Italia, che oggi rilascia ulteriori aperture: “Se dovesse esserci una chiamata alle armi del Capo dello Stato per un governo dei migliori che metta insieme le energie e le eccellenze del Paese credo che nessuno possa esimersi da una seria riflessione. La scelta secca delle urne senza valutare una simile possibilità, ove dovesse configurarsi, sarebbe contraria al nostro modo di intendere e di fare opposizione“, fa sapere a Radio InBlu il deputato e responsabile Giustizia e Affari costituzionali di Forza Italia Francesco Paolo Sisto.

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Le opzioni di Mattarella

Si riflette intanto sull’ipotesi incarico esplorativo, e i nomi che spuntano fuori più di frequente sono appunto Roberto Fico e Luciana Lamorgese. Ma non sarebbero veramente loro, con ogni probabilità, a guidare il prossimo governo. L’idea sarebbe piuttosto di incrementare e facilitare le consultazioni anche al di fuori del Quirinale. Secondo quanto riportato sul Corriere da Marzio Breda – uno dei principali quirinalisti di riferimento – Mattarella starebbe valutando di affidare un incarico esplorativo a qualcuno che “non sia direttamente interessato a formare il governo“. E non svanisce la seconda ipotesi, che riguarda un governo istituzionale. Si tratta di un governo totalmente o parzialmente composto da figure tecniche. In questo caso sarebbe sostenuto dalla cosiddetta maggioranza Ursula, e i primi segnali da Forza Italia iniziano ad arrivare. Ma insiste sulle elezioni Giorgia Meloni, mentre l’attuale linea di Salvini sembra: o elezioni o governo a guida centrodestra. Vedremo come andrà a finire.

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