A che punto siamo con la risoluzione della crisi di governo

Terminato il suo mandato esplorativo per la risoluzione della crisi di governo, oggi Roberto Fico dovrebbe salire al Colle da Sergio Mattarella. L’ipotesi di un Conte-ter sembra lontana, così come la prospettiva di un accordo. Ma cosa succede, adesso? 

Ore cruciali, per Roberto Fico e per tutta l’Italia. Si attendono le ultime mosse del Presidente della Camera a cui Sergio Mattarella ha passato la scottante palla di verificare o meno l’esistenza di una maggioranza che potesse servire alla formazione di un Conte-ter. Il mandato esplorativo scade oggi e intanto è da poco iniziata a Montecitorio la seconda giornata dei lavori. Al tavolo, oggi, siedono i gruppi della maggioranza, convocati proprio da Fico. Ieri si è andati avanti fino alle 21.00; oggi si dovrebbe fare prima. Per le 13.00 si dovrebbero tirare le somme e Roberto Fico dovrebbe poi salire al Colle per riferire a Mattarella. Quest’ultimo, intanto, chiede che non si blocchi il lavoro dei ministeri cui fanno capo crisi sanitaria e Recovery. La situazione, però, è piuttosto confusa e l’accordo sembra ancora lontano. Per questo, si pensa, Roberto Fico potrebbe chiedere altro tempo al Capo dello Stato.

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Da una parte, Matteo Renzi spinge per arrivare al nuovo esecutivo entro la settimana, proponendo la bicamerale per le riforme, guidata dall’opposizione, e non cede sul Mes. I Cinquestelle, intanto, rigettano le proposte di Italia Viva e rilanciano invece sui loro punti di forza: reddito di cittadinanza, salario minimo, equo compenso, riforma elettorale che reintroduca le preferenze. Il centrodestra, intanto, trova conferme nel fatto che la maggioranza non esiste e che, di conseguenza, si dovrebbe tornare al voto.

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E se non c’è il Conte-ter?

Il braccio di ferro Italia Viva e i pentastellati  mette a rischio il Conte Ter. Se quest’ultima ipotesi si verificasse, Giuseppe Conte verrebbe confermato con un Esecutivo nuovo ed un nuovo programma di Governo. Italia viva rientrerebbe nella maggioranza, ma con un peso diverso e togliendo spazio al Movimento 5 stelle. L’ipotesi, al momento, sembra piena di ostacoli. Se sfumasse il Conte-ter, l’alternativa è un altro premier ma con la stessa maggioranza. La scelta potrebbe ricadere su un esponente del Pd o del Movimento 5 stelle. Potrebbe rientrare in questo scenario anche un Governo istituzionale, guidato da un tecnico. Anche su quest’alternativa, però, le ipotesi sono poche. In extremis ci sarebbe un governo di unità nazionale che durerebbe fino all’elezione del nuovo capo dello Stato. Infine, il voto: ma, a parte la destra, nessun partito vuole tornare al voto e Sergio Mattarella, del resto, si è sempre dimostrato a favore della continuità della legislatura.

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