Puglia, sanità in tilt. Con due mesi di ritardo apre l’ospedale in Fiera, ma non basta

Aumenta la pressione sugli ospedali in Puglia a causa dei ricoverati Covid. Intanto, la struttura allestita negli spazi della Fiera del Levante, a Bari, ha aperto con due mesi di ritardo. E i posti letto potrebbero non bastare.

Alle fine l’ospedale Covid allestito negli spazi della Fiera del Levante, a Bari, ha aperto ed ha anche accolto i primi pazienti. E’ successo pochi giorni fa, quando è stata completata la fase di startup della struttura per le maxi emergenze che la Regione Puglia ha affidato alla gestione del Policlinico di Bari. L’inaugurazione della struttura è stata salutata dal Presidente Michele Emiliano con entusiasmo. Peccato, però, che l’inaugurazione sia arrivata con due mesi di ritardo e che, all’euforia iniziale, si siano già sostituite le prime problematiche.

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Già a febbraio, quando si attendeva l’apertura della struttura, si poneva il problema della grave carenza di anestesisti. Carenza alla quale si pensava di rispondere trasferendo personale da altri ospedali, che avrebbero poi avuto lo stesso problema da risolvere. Ma già il 9 dicembre 2020, un documento pubblicato su Repubblica – messo a punto da Aaroi-Emac e la società scientifica Siaarti – faceva notare che a bloccare la realizzazione e l’efficienza della struttura ci sarebbero stati problemi di ordine strutturale. E infatti, nonostante sia passato del tempo, la carenza di personale resta ad oggi un problema senza soluzione, come emerso da un incontro convocato con i sindacati dal commissario straordinario del Policlinico di Bari, Vitangelo Dattoli.

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Il problema dei posti letto 

Nel documento redatto dalle associazioni, si faceva notare come la carenza del personale avrebbe reso di fatto impossibile la gestione di 152 posti letto, tutti di terapia intensiva e sub-intensiva, tra l’altro troppo distanti dal Policlinico di Bari. Antonio Amendola, presidente dell’Aaroi-Emac, ha quindi segnalato i problemi che attualmente colpiscono ancora l’ospedale, che guarda a sua volta al modello allestito nei mesi scorsi in Fiera a Milano. “La soluzione non si trova spostando personale dagli altri ospedali”, faceva notare il camice bianco. E non si trova neanche spostando i posti letto da una parte all’altra. Già, perché i posti non sono stati affatto aumentati; hanno solo cambiato posto: non si aggiungono a quelli già attivi nelle altre strutture sanitarie.

Al momento, sono settanta i posti letto complessivamente attivati e occupati . Nello specifico, spiega il Policlinico di Bari che detiene la gestione della Fiera, i trasferimenti dei pazienti sono cominciati lunedì scorso. In particolare, sono stati già attivati 20 posti di Rianimazione e 48 posti di Terapia intensiva respiratoria, di cui 16 dedicati a pazienti con necessità di dialisi. “Complessivamente, ad oggi, sono oltre 250 i pazienti Covid complessivamente assistiti nei vari presidi dell’azienda ospedaliera universitaria. Con 53 in terapia intensiva si è superato il picco della prima ondata di contagi di un anno fa”, spiega il il direttore del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore. 

L’ospedale – che alla fine è costato il doppio del previsto, passando da 8,5 milioni di euro stabiliti con gara pubblica vinta da Item Oxygen e Barozzi a 17,7 milioni di euro – sembra insomma essere inefficace proprio in un momento in cui la Regione ne avrebbe bisogno per far fronte all’emergenza pandemica. Il sistema sanitario della Puglia, infatti, sembra essere in tilt e non capace di far fronte alla pressione e ai contagi. Secondo quanto riferito su Repubblica da un medico in servizio nei raparti dell’area Emergenza C, alle 8 del primo giorno nel quale la Puglia è entrata in zona rossa è iniziato il trasferimento del primo paziente. “Ma c’è voluta un’ora per completare la procedura. L’ambulanza ha impiegato 12 minuti per coprire i quattro chilometri e mezzo che separano il Policlinico dalla Fiera del Levante”, denuncia il medico. Inoltre, ventilatori e boccagli per l’ossigeno cominciano a scarseggiare.

Terza ondata; ma così non va

Al Policlinico di Bari la terza ondata dell’epidemia comincia a mostrare la sua forza e la sua aggressività. Per far fronte alla nuova ondata pandemica, il Policlinico di Bari sta rafforzando la pianta organica. Aggiunti 30 infermieri che si aggiungeranno ai 70 nuovi assunti che stanno operando dall’8 marzo nei reparti Covid. Entro fine mese, saranno oltre 200 gli infermieri complessivamente chiamati dal Policlinico per far fronte alla terza ondata. Ma la problematica resta sempre la stessa: questione di tempo. Anche stavolta si poteva far prima e, anche stavolta, siamo arrivati tardi.

 

 

 

 

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