Minions | il segreto del successo dei personaggi di Cattivissimo Me

Il prossimo 27 agosto Minions 2: Come Gru diventa Cattivissimo arriverà in sala per rivelarci l’origine della “cattiveria” di Gru. Nati per la serie Cattivissimo Me, i Minions sono diventati un vero e proprio fenomeno commerciale, tanto da essere i protagonisti di ben due film dedicati esclusivamente a loro. Ecco le ragioni di questo successo.

Come già il personaggio di Scrat per i film de L’Era Glaciale, i Minions in Cattivissimo me fungono da intermezzo muto, offrendo un divertimento trasversale basato sui suoni e sulla mimica: oggetto perfetto per il marketing, tenero e comico allo stesso tempo, quello del “minion” è un esempio perfetto di ottimo character design e intelligenza editoriale.

Il successo dei Minions

Per quanto il primo film dedicato ai simpatici esserini gialli fosse solo un’accozzaglia di gag tenute insieme dalla necessità di coprire la durata di un lungometraggio e mai da un racconto effettivamente interessante, adesso il secondo capitolo di quel franchise nato dalla costola di Cattivissimo Me si pone l’ambizione di dare finalmente un senso anche cinematografico a dei personaggi che invece sono stati ideati come interludio in un film che non li aveva come protagonisti indiscussi. E chissà se la Illumination, che fino a questo momento non è riuscita a creare una “mitologia” soddisfacente riguardo a questi suoi personaggi, sarà in grado di ricondurre Minions 2: Come Gru diventa Cattivissimo alla sua dimensione d’elezione: quella dei Looney Tunes e (volendo esagerare) dei Fratelli Marx. Quindi personaggi dalla comicità elementare e semplicissima, che fanno ridere per quello che fanno sullo schermo e mai per quello che dicono.

Una lingua nuova

Proprio per questo motivo, essendo i Minions figli di quella comicità “muta”, slapstick e composta principalmente da gag fisiche, i personaggi della serie Cattivissimo Me parlano una lingua incomprensibile, che però non è affidata al caso (alcune lingue cinematografiche e televisive sono addirittura studiata a tavolino da un team di linguisti che ha il compito di ricreare un idioma inesistente, ma comunque verosimile). E se all’inizio anche i Minions dei primissimi Cattivissimo Me parlavano una lingua priva di qualsiasi grammatica, totalmente basata sui suoni, nel corso del tempo anche il franchise d’animazione Illumination ha seguito la strada di tutte le altre produzioni di Hollywood che prevedono l’utilizzo di lingue inventate: crearne una grammaticalmente plausibile con delle sue funzioni. Ad avere l’idea fu uno dei due registi, Pierre Coffin, che iniziò ad arricchire la lingua dei Minions con delle parole prese da altre lingue che conosceva a malapena.

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Il lavoro dei fan

Da questa iniziale improvvisazione, che aggiungeva all’idioma basilare un po’ di inglese, un po’ di spagnolo, qualche parola francese, ma anche elementi dal russo, dal coreano e dal giapponese, i fan hanno cominciato a creare una vera e propria lingua. Addirittura la catena americana Best Buy, per cavalcare il fenomeno, sempre più in espansione, in occasione dell’uscita del secondo film della saga di Cattivissimo Me, realizzò un’applicazione per cellulare (molto simile a Shazam per la musica) in grado di ascoltare le frasi dei Minions durante i titoli di coda del film e tradurle per l’utente. Come spesso è avvenuto negli ultimi anni, quindi, il lavoro dello studio di produzione si è fermato molto prima. Al resto ci hanno pensato gli spettatori più appassionati.

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