“Ci vogliono norme da guerra sui vaccini”: oggi l’incontro tra Mario Draghi e le Regioni

Atteso per oggi l’incontro tra Mario Draghi e le Regioni. L’obiettivo è cercare di risolvere le tensioni con le regioni e attuare un piano vaccinale che abbia come obiettivo l’immunità di gregge entro l’estate. Risolvere, insomma, gli errori e i ritardi accumulati dal Governo precedente. 

Una campagna vaccinale gestita male e in maniera approssimativa che ha dato i suoi frutti, purtroppo negativi. Gli strascichi degli errori e dei ritardi del governo precedente e di una gestione sciagurata si fanno sentire tutt’ora, nonostante qualche miglioramento sui numeri. La campagna vaccinale contro il Coronavirus in Italia è iniziata a fine dicembre ed è stata subito divisa in 4 fasi indicate dal governo, modificate a inizio febbraio del 2021. Secondo i dati aggiornati in tempo reale, il numero delle persone vaccinate con due dosi sono 2.968.706, pari al 4,98% della popolazione. Le persone vaccinate con una dose soltanto sono invece 6.445.180, pari al 10,81% della popolazione.

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Negli ultimi giorni non sono mancate le tensioni tra il Governo e le Regioni, dopo l’attacco di Mario Draghi che, al consiglio UE, ha criticato una gestione troppo differenziata da parte delle seconde che ha causato non pochi problemi. che ieri si tagliava con il coltello. Stefano Bonaccini, presidente dll’Emilia Romagna e portavoce delle Regioni, ha ribadito che le Regioni stanno portando avanti la campagna vaccinale. “L’Italia non è indietro rispetto a Francia e Germania. Le macchine organizzative che le Regioni hanno messo in piedi potrebbero fin da subito raddoppiare le somministrazioni. Sono mancate le fiale non l’organizzazione. Vanno stretti i bulloni”, ha detto Bonaccini.

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Non meno spinoso Luca Zaia: “Noi già da tempo vorremmo acquistare vaccini ma mi hanno criticato”. Il riferimento è allo Sputink, citato anche dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca: “Ho già annunciato che se avremo Sputnik lo divideremo con le altre Regioni. Al governo consiglio di non sparare numeri altisonanti sulle dosi disponibili ma di parlare con i fatti criticando con nome e cognome chi sbaglia senza distinguere le Regioni che stanno funzionando da quelle che hanno problemi“, ha detto De Luca.

Oggi il vertice 

E’ con queste premesse che si arriva al vertice atteso per oggi a palazzo Chigi. Mario Draghi incontrerà i presidenti delle Regioni, insieme a Fabrizio Curcio e il Generale Figliuolo. Prima questione che scotta, proprio il piano vaccinale. L’obiettivo è quello di arrivare a 500mila dosi al giorno e raggiungere l’immunità di gregge entro l’estate. Un altro tema, quello delle chiusure e delle riaperture, in attesa del nuovo decreto Covid in vigore dal 7 aprile. La priorità di Draghi è procedere in modo unitario e velocemente. Bisogna agire in modo uniformato e le Regioni non devono procedere in solitaria e in ordine sparso.

“Le lacune del precedente piano hanno consentito alle Regioni di andare in ordine sparso”, ha detto la Gelmini. Per questo, c’è urgenza di una linea comune con le Regioni in attesa delle nuove dosi. Da discutere anche la somministrazione delle dosi in arrivo, oltre ai ristori. Sembra anche che, nel nuovo Dpcm, potrebbe esserci l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. 

“Siamo in guerra”

Intanto, qualche parola è già arrivata dal capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, da cui sono arrivate parole forti durante l’apertura del maxi hub vaccinale della Fiera a Genova. “Noi siamo in guerra e servono norme da guerra. Non fermiamoci ai numeri ma utilizziamoli per fare un salto in avanti”, ha detto Fabrizio Curcio in conferenza stampa. Nessuna classifica, quindi, ma l’urgenza di vaccinare.  Nel corso dell’inaugurazione del maxi hub vaccinale è intervenuto anche il commissario Francesco Paolo Figliuolo, che ha dichiarato: “Il piano vaccinale non deve cambiare ogni due settimane: le Regioni hanno la programmazione bimensile delle aziende più grandi. Di Pfizer e AstraZeneca sanno già cosa arriva fino a fine aprile. Di Pfizer sanno addirittura le date”. Entro fine mese arriveranno tre milioni di dosi, per un totale di 14 milioni e 170.000 dosi, rispetto allo stimato iniziale di 15,6 milioni, “ma che è di più rispetto ai cali che inizialmente avevano paventato le aziende. E di questo ritengo si debba dare atto all’intervento del nostro primo ministro”, prosegue Figliuolo.

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