Will Smith | alti e bassi di una carriera imprevedibile

Will Smith sta per tornare al cinema con il terzo capitolo di una delle sue saghe più famose, quella che lo ha lanciato come attore d’azione e di commedia. Bad Boys For Life sarà in sala dal prossimo 20 febbraio.

Non c’è dubbio che Will Smith, classe 1968, sia stato per parecchio tempo uno degli attori più rilevanti di Hollywood. Non solo uno dei più pagati e dei più richiesti, ma uno di quelli in grado di decidere se un film si dovesse fare o meno. A prescindere da tutto, nella prima decade degli anni 2000, ogni film in cui compariva Smith era destinato alle parti alte del box office.

Will Smith, una carriera unica

L’attore ha saputo sfruttare la stima guadagnata per sperimentare anche generi diversi rispetto a quelli con cui aveva inizialmente esordito. Divenuto famoso con una sit-com (Willy, il principe di Bel-Air) e poi successivamente consacrato da un buddy movie d’azione (il primo Bad Boys, nel 1995), Smith ha saputo fare tesoro di quei primi due grandi successi, ritagliandosi un ruolo unico all’interno del panorama hollywoodiano. Mai semplicemente comico (come ad esempio Eddie Murphy) e invece anche e soprattutto corpo da prestare all’azione. La formula vincente, per anni, è stata quella: umorismo e adrenalina.

È nel 2008 che Will Smith raggiunge l’apice della sua fama. L’ascendente dell’attore è talmente elevato da permettere addirittura il via libera ad una megaproduzione internazionale più volte fermata, rimandata e cancellata. Si tratta di Hancock, basato su di una sceneggiatura che girava dal 1996, prima proposta a Tony Scott, Michael Mann e addirittura a Gabriele Muccino (dopo il successo de La ricerca della felicità, sempre con Smith) e poi terminata nelle mani di Peter Berg (prima che iniziasse il suo fortunato sodalizio con Mark Wahlberg.

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Il film non si rivela granché: snobbato dalla critica e meno divertente di quanto ci si potesse aspettare, incassa comunque tantissimo, consegnando a Will Smith un record di cui andare fieri: quello di otto film consecutivi in prima posizione al box-office nel weekend di apertura.

Will Smith, non solo successi

Ci sono volute però parecchie “sconfitte” prima che Will Smith dichiarasse di non essere più affetto “dall’ansia da primo posto”. I suoi tentavi di accreditarsi come attore drammatico, così da puntare a riconoscimenti importanti (c’è sempre un momento nella carriera di un attore in cui si cerca di inseguire l’Oscar), non si dimostrarono infatti particolarmente fruttuosi. Il primo tentativo, quello con Alì di Michael Mann si rivelò un vero e proprio buco nell’acqua. Smith sbagliò completamente la scelta del progetto, fallimentare anche al botteghino. Questo perché Mann non aveva alcuna intenzione di realizzare un biopic classico, uno di quelli con cui si vincono i premi. E così Alì non riuscì neanche a rientrare nei costi di produzione.

Will Smith però ci credeva più di tutti, tanto da dedicarsi al ruolo al punto da perdere peso e somigliare il più possibile al pugile che doveva interpretare. Anche La ricerca della felicità, probabilmente il film che lo ha portato più vicino al raggiungimento dei suoi obiettivi, venne presto dimenticato. E il secondo tentativo con Muccino (Sette Anime) fu l’inizio di una parabola discendente, che trovò il suo punto più basso in After Earth, film terribile con suo figlio in primo piano, infarcito di richiami più o meno velati a Scientology e con una sceneggiatura debolissima.

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Will Smith, risalendo la china

Adesso Will Smith, dopo l’uscita di Focus nel 2015, successo insperato al box office, sta lentamente risalendo la china: prima con Suicide Squad e Collateral Beauty (entrambi non particolarmente memorabili ma con ottimi riscontri di pubblico) e poi con un ruolo importante come quello del Genio di Aladdin. Smith ha quindi dimostrato che il suo nome richiama ancora una grande fetta di pubblico (come testimoniano anche piccoli successi imprevedibili come Bright) ma non è certamente più in grado di risollevare intere produzioni dal fallimento (il flop clamoroso del pur coraggioso Gemini Man di Ang Lee).

Quest’anno, con Bad Boys For Life, Will Smith afferma pubblicamente di aver chiuso con i sequel pigri dei suoi vecchi successi e parla di un film molto diverso dai due precedenti. Manca solo un mese prima di scoprire se sarà vero.

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